Dialoghi del 2 giugno: e se scoprissimo che Sergio Giordani è più populista di Massimo Bitonci?

 

Prove tecniche di disgelo. Quelle che si sono sentite in occasione del 2 giugno sono parole pacate sia da parte di Massimo Bitonci che da parte del sindaco Sergio Giordani. Anzi forse almeno in un passaggio, il più populista dei due è sembrato Giordani. Non me ne vorrà il sindaco che anch’io ho votato e sostenuto in campagna elettorale. Certo si sorprenderà di queste mie parole Massimo Bitonci, che si ricorderà quanto io gli sia stato apertamente, e credo lealmente, ostile sul piano politico.
Ma per una volta ho apprezzato più Bitonci che Giordani. Mi è piaciuto infatti il ragionamento di Massimo Bitonci sull’alta velocità quando dice: “Tutti i parlamentari di qualsiasi colore politico devono battere i pugni sul tavolo perchè Padova (sull’alta velocità, n.d.r.) non deve essere seconda a Bologna, Brescia ed a tutte le altre città che hanno portato a casa tanto di stazioni milionarie e di progetti che a Padova invece non sono arrivati”. Centra un tema politico puro, l’ex sindaco di Padova.
Non mi è piaciuto invece Sergio Giordani quando sul parcheggio della Prandina dice (trascrizione letterale) “io non ho numeri in testa. Voglio sapere cosa dice la gente, cosa ne pensano i commercianti cosa ne pensano i residenti. Non è un modo di dire “adesso ascoltiamo la gente”. Se la gente vuole tutta Padova, tutto un parcheggio, benissimo, facciamo tutto un parcheggio. Se Padova non vuole un parcheggio allora non facciamo un parcheggio. Ascoltiamo la gente”. Questa signor sindaco, non è politica. Se i suoi predecessori avessero “ragionato”, e scusi le virgolette, così, a Padova probabilmente non avremmo nè un metro di zona pedonale nè un metro di piste ciclabili. Bisogna avere il coraggio delle proprie idee, ed ancora prima delle idee, per governare bene la nostra città. Tutto il resto è populismo, o ancora peggio, gentismo.

Alberto Gottardo