Il Veneto senza pietà a Civè di Correzzola

 

“Ha fatto bene”. “Doveva uccidere anche gli altri”. Mi è venuta la pelle d’oca a Civè di Correzzola ieri mattina. Perchè tutti sputavano sentenze sulla morte di un ragazzo di 20 anni che prima di essere un bandito era un uomo, aveva una famiglia, una mamma, magari dei sogni da realizzare. Tutto finito con un colpo di pistola nel torace che gli ha spappolato i polmoni. E per quel disgraziato ladro di sigarette nessuno si è fatto un segno di croce. A cercarlo ieri non si trovava nemmeno il prete della chiesa moderna a fianco della canonica dalle finestre bizantineggianti. Aveva ragione Lino Toffolo quando anni fa mi diceva “I veneti se manifesta come che i se adesso che i ga i schèi. Perchè quando che te si puaretto te poi essere solo che bòn. Co i schèi invesse ti ga da scegliere”. Io ho scelto, e prima di vedere un bandito, in quel ragazzo di 20 anni, corpo esibito al pubblico ludibrio, vedo un uomo che ha avuto una vita balorda e sfortunata. Il male è da un’altra parte

Alberto Gottardo