In 600 al Due Palazzi per parlare di educazione in carcere

 

Seicento tra studenti, attivisti di associazioni e giornalisti hanno partecipato al carcere “Due palazzi” di Padova alla giornata di studi “Il senso della rieducazione in un paese poco educato”.
Ad organizzare l’incontro la redazione della rivista “Ristretti orizzonti”, composta da trenta detenuti. La rivista è anche la maggior agenzia italiana di informazione sul carcere. Un convegno quello di Padova pensato e organizzato dai detenuti, per parlare di come sia veramente possibile pensare alla detenzione come a un percorso rieducativo, capace di far uscire le persone migliori di come erano quando sono entrate in carcere.

“L’articolo 27 della Costituzione – spiega la direttrice della rivista “Ristretti orizzonti”, Ornella Favero – prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato. Ma pensando alla situazione delle carceri oggi in Italia sono in tanti a guardare con sospetto al termine rieducazione: come si fa a rieducare un uomo di 30, 40, 50 anni? Perché mai un adulto dovrebbe permettere a un educatore di 20 anni più giovane di lui di rieducarlo? E ancora, è possibile una rieducazione in carceri sovraffollate all’inverosimile? Forse, per parlare di rieducazione, dovremmo metterci tutti dentro. Basta infilarsi nel traffico delle strade delle nostre città o chiedere la ricevuta fiscale in un ristorante per accorgerci di quanto il senso della legalità sia spesso basso anche fra i cittadini onesti. Se cominciassimo a guardare i nostri comportamenti con senso critico, potrebbe accadere di smettere di pensare che a commettere i reati siano sempre e solo gli altri, e che la punizione in carcere sia l’unica possibile”.

Molti sono gli esperti che sono stati invitati a confrontarsi con i detenuti e a portare la loro esperienza sulle tematiche e sulle proposte elaborate dalla redazione in un anno di lavoro. A Padova venerdì ci saranno, tra gli altri, l’ex magistrato Gherardo Colombo, lo scrittore Eraldo Affinati, il presidente uscente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura Mauro Palma e il criminologo Adolfo Ceretti.

I lavori della giornata di studi sono stati coordinati da Adolfo Ceretti, Professore ordinario di Criminologia, Università di Milano-Bicocca, e coordinatore scientifico dell’Ufficio per la mediazione penale di Milano.