Interculturalità: aperto a Padova il convegno nazionale. Piron: “coniugare in positivo il meticciato”

 

(fonte Ansa) Si è aperto oggi a Padova il Convegno nazionale dei centri interculturali, la rete che dal 1998 riunisce le numerose realtà – istituzionali o del privato sociale o “miste” –  impegnate a promuovere azioni e progetti di intercultura, contribuendo a costruire nei territori dialogo e incontro tra persone di culture diverse.
“Credo che questo convegno – spiega l’assessore comunale alle politiche scolastiche Claudio Piron – sia un segno forte anche per la città, a sottolineare la costante e crescente attenzione al tema dell’integrazione interculturale: una questione che chiede assolutamente di accostare alle politiche di sicurezza e di governo del territorio politiche di accoglienza, accompagnamento sociale, inserimento scolastico avendo come obiettivo l’acquisizione di una consapevolezza responsabile dei diritti e dei doveri. Padova da anni promuove politiche e azioni che muovono in questa direzione. È necessario far emergere l’esigenza di lavorare insieme per disegnare e sperimentare strade di integrazione innovative, e per rendere i modelli funzionanti patrimonio comune».
Focus tematico di questa edizione la scuola come laboratorio primario di integrazione interculturale, in cui le nuove generazioni crescono e imparano a stare assieme. Per l’anno scolastico 2009/2010 i dati regionali parlano di 70.577 alunni con cittadinanza non italiana nelle scuole statali venete (da quelle per l’infanzia alle secondarie di secondo grado), ovvero il 12% della totalità degli iscritti; in tutta la provincia di Padova 11.857 (fonte istruzioneveneto.it), nelle scuole primarie e secondarie della sola città circa 2.000.
“Il meticciato – conclude l’assessore Piron che questa mattina ha aperto i lavori del convegno – termine coniato dal cardinale
Scola in un suo scritto, è già realtà. Dobbiamo trovare la maniera per coniugare questo termine in positivo attraverso il rispetto delle radici dei nuovi italiani e una corresponsabilità delle comunità straniere nel governo delle comunità locali.
L’alternativa sono le banlieu e lo scontro sociale permanente”.