Chi ha inventato la roulette? Le origini e la storia

 

Quante volte abbiamo sentito parlare della roulette? Pur non conoscendone magari le regole, anche chi non vi ha mai giocato è in grado di distinguere chiaramente il disco rotante tipico di Las Vegas e non solo. Anzi, si potrebbe affermare che la roulette sia una delle attrazioni più rappresentative del solo concetto di casinò. In pochi, però, ne conoscono le effettive origini. L’invenzione della roulette è da attribuire a uno studioso e non a un giocatore incallito: trattasi del celebre matematico, fisico e teorico Blaise Pascal, che nella Francia del XVII secolo si propose di creare una macchina che si muovesse praticamente da sola, su se stessa, senza andare a cercare una fonte di energia esterna e specifica. Quando l’idea iniziale fu rimaneggiata, il risultato si tradusse nella roulette che oggi ben conosciamo.

Il nome del gioco è ormai noto a tutti e la roulette ha goduto spesso e volentieri di comparsate in grandi film cinematografici negli ultimi decenni. Si va dalle pellicole drammatiche alle storie ambientate proprio nelle sale da gioco. Sebbene stiamo parlando di un’attività ludica in cui non è possibile incidere sull’esito finale, dovendoci basare solo sulla fortuna, sia i giocatori più acuti sia gli inesperti si ritrovano intorno allo stesso tavolo verde, capeggiato dal croupier che deve lanciare una pallina nella ruota. Quest’ultima è suddivisa di base in 37 settori numerati e i giocatori non devono far altro che provare a indovinare il numero corrispondente al settore sul quale si fermerà la pallina.

I numeri sono colorati di rosso o di nero. Solo lo 0 occupa una casella dalla tinta verde e come intuibile modifica l’andamento della partita in maniera diversa dal solito se la pallina vi cade sopra. C’è chi ancora oggi crede che la roulette abbia preso in prestito la figura del disco perché in antichità i cerchi indicavano misteriosi e particolari poteri, ma non si tratta dell’unica leggenda metropolitana sorta intorno al gioco. I giocatori più accaniti ritengono persino che sia possibile prevedere dove finirà la pallina osservando minuziosamente il movimento della mano del croupier, il che è però impossibile in quanto entrano in gioco fattori fisici multipli, come il rimbalzo della sfera sulla piattaforma. 

La versione standard della roulette è ovviamente quella francese, in cui lo 0 blocca le puntate per un turno in virtù della regola dell’“en prison”. Nella roulette inglese, invece, tale regola non è presente, ma a incuriosire maggiormente è la variante americana del gioco, in cui i numeri sono 38 e non 37, per via della presenza dello 00, già pensato in origine e quasi subito rimosso prima che i giocatori statunitensi lo introducessero nuovamente.

Alla fin fine la roulette è un gioco piuttosto basico, in cui quasi tutto è legato al caso. Trovate come la Terza Dozzina o il sistema di gioco Labouchere applicato alla roulette sembrano servire perlopiù ad alimentare la fama del gioco e non a conseguire una vera e propria vincita. Di fatto, è il solo croupier ad avere sempre in mano le redini di una partita. Anche l’addetto alla sala deve seguire delle regole ben precise: la pallina va lanciata in senso opposto a quello di rotazione del disco e nei turni successivi si riparte dal settore in cui si trovava l’ultimo numero vincente, prima di poter esclamare “Rien ne va plus!”.