L’auto traina il mercato dei beni durevoli in Veneto (+6%) secondo l’annuale ricerca Findomestic Banca. Cresce anche il reddito pro capite disponibile

 

Nel 2016 il reddito medio pro capite in Veneto (+2,6% in valore) si è attestato a 19.926 euro, con una media nazionale che è stata pari a 18.658 euro (+2,4%). Belluno è caratterizzata dal reddito pro capite più elevato (21.079 euro), l’unica provincia che registra un dato inferiore alla media nazionale è Rovigo con 17.770 euro. Nel 2016 la spesa per i beni durevoli ha presentato un buon andamento, aumentando del 6,6%, un dato superiore sia al +6,4% dell’Italia che al +6,2% del Nord-Est. Il comparto della mobilità ha fornito il contributo maggiore alla crescita dei consumi dei beni durevoli, registrando un incremento del 13,6% nelle auto nuove, del 5,2% in quelle usate e del 12,7% nei motoveicoli.

A livello provinciale sono Rovigo (+7,1%), Vicenza (+7,0%) e Venezia (+6,7%) le aree caratterizzate dalla dinamica più vivace della spesa dei beni durevoli. Padova guida la classifica nel settore dei mobili con una spesa di 243 mln di euro (+1,0%).

Questi sono i principali risultati della ventitreesima edizione dell’Osservatorio di Findomestic Banca sul consumo di beni durevoli in Veneto, presentato oggi a Padova.

 

Nel 2016 in Veneto il reddito disponibile pro capite è aumentato del 2,6%, attestandosi a 19.926 euro, un valore che è superiore rispetto ai 18.658 euro della media nazionale, che è cresciuta di 2,4 punti percentuali. La spesa complessiva per l’acquisto dei beni durevoli si è attestata a 5.633 mln di euro(+6,6% rispetto al 2015), un dato che supera la media nazionale (+6,4%).

I settori di spesa

 

  • Auto e moto – Il comparto della mobilità svolge un ruolo trainante per i consumi. Le auto nuove guadagnano 13,6% punti percentuali, con i volumi di spesa pari a 1.864 mln di euro (nel 2015 erano 1.641 mln di euro). Per quanto riguarda le auto usate, si registra una crescita del +5,2% del comparto, con volumi di spesa pari a 1.573 mln di euro. Il settore dei motoveicoli mostra un incremento di +12,7punti percentuali.

 

  • Mobili – Il settore dei mobili ha registrato una crescita dei consumi delle famiglie dell’1,3%, per una spesa totale di 1.287 mln di euro.

 

  • Elettrodomestici – Per quanto riguarda l’acquisto degli elettrodomestici grandi e piccoli si evidenzia un incremento degli acquisti pari al 3,8% (un tasso di crescita superiore a quello medio nazionale, che è stato del 3,2%). Il segmento dell’elettronica di consumo inverte la tendenza negativa dello scorso anno (-3,3%) e segna un aumento dello 0,6%, con una spesa complessiva di 180 mln di euro.

 

  • Information Technology – Crescono i dati relativi ai consumi anche nel comparto dell’Information Technology, che registra un incremento dello 0,5%, migliorando la performance del 2015 (-1,2%). La spesa complessiva si attesta a 201 mln di euro.

 

Le province

Nel 2016 aumenta il reddito disponibile pro capite di tutte le province venete: guida la classifica Belluno(+3,1% per un controvalore di 21.079 euro), seguita da Venezia(+3,0% con un reddito pro capite di 19.933 euro), quindi a pari merito Rovigo e Padova che registrano aumenti di 2,9 punti percentuali (rispettivamente per 17.770 euro e 20.542 euro di redditi pro capite), Vicenza(+2,4% con 20.033 euro). Chiudono la classifica a pari merito Verona e Treviso con 2,3 punti percentuali di incremento e redditi pro capite di 19.978 euro e 19.428 euro.

 

Quadro positivo in tutte le province per quanto riguarda il mercato delle auto nuove: è Veronaa guidare la classica dei volumi di spesa con 385 mln di euro (+12,4%), in seconda posizione c’è Padova con 382 mln di euro(+12,5%), quindi a seguire Treviso con 328 mln di euro (+11,9%), Vicenza con 317 mln di euro (+16,4%),Venezia con 284 mln di euro (+14,6%) e Rovigo con 93 mln di euro (+16,8%). Chiude la classifica Belluno, che registra una crescita del 13,8%, con una spesa di 76 mln di euro.

Per quanto riguarda le auto usate, quasi tutte le province registrano una crescita in termini di consumi superiore a quella della media italiana (+4,4%): Venezia segna un incremento del 6,1%, seguita da Treviso (+6,0%),Padova (+5,8%),Verona (+4,7%) e Vicenza (+4,6%). Chiudono con valori inferiori, ma comunque positivi, Rovigo (+3,9%) e Belluno (+3,0%).

Il comparto dei motoveicoli è caratterizzato da un andamento positivo in tutte le province: in particolare, Vicenza (+20,0%), Belluno (+18,5%) e Padova (+14,7) registrano tassi di crescita superiori alla media nazionale (+13,3%). In ultima posizione Rovigo con un incremento di +4,5 punti percentuali.

 

Nel settore dei mobili, Padova è in testa alla classifica per quanto riguarda i volumi di spesa (243 mln di euro, +1,0%), seguita da Vicenza (236 mln di euro, +0,9%) e Verona (234 mln di euro, +1,9%). Chiudono Rovigo (60 mln di euro, +1,4%) e Belluno (56 mln di euro, +0,5%).

 

Buona performance per il settore degli elettrodomestici grandi e piccoli: cinque delle sette province del Veneto registrano tassi di crescita superiori alla media italiana (+3,2%). Al primo posto troviamo Verona, con un incremento di +4,6 punti percentuali, seguita da Treviso, Venezia e Padova a pari merito con un incremento di +3,7 punti percentuali. Sopra la media nazionale anche Vicenza con una crescita del +3,5%, mentre Belluno e Rovigo si fermano rispettivamente a +3,1% e +2,8%.

 

Inversione di tendenza nel comparto dell’elettronica di consumo. Nel 2015 i valori di crescita erano negativi in tutte le province, nel 2016 invece i dati sono tornati positivi in tutto il territorio: Treviso +1,3% (33 mln di euro di spesa), Venezia +1,0% (32 mln di euro), Verona +0,5% (33 mln di euro), Rovigo +0,3% (8 mln di euro), Vicenza +0,2% (32 mln di euro) e Padova +0,1% (34 mln di euro). Belluno rimane stabile con 8 mln di euro.

 

Il comparto dei prodotti informatici mostra un andamento altalenante. Si registrano infatti tassi di crescita positivi nei consumi per le province di Venezia (+1,6% per 37 mln di euro di spesa), Treviso (+1,4% per 37 mln di euro), Padova (+0,7% per 38 mln di euro) e Vicenza (+0,6% per 35 mln di euro). Si evidenzia invece una lieve contrazione nelle province di Rovigo (-0,2% per 9 mln), Belluno (-0,5% per 9 mln) e Verona (-1,4% per 35 mln).  

 

Alcune tendenze generali che si riscontrano anche in Veneto: la sostenibilità, un valore sempre più discriminante e premiante.

Anche in questa Regione, come nel resto d’Italia i consumatori hanno un atteggiamento molto selettivo ed esigente: ben sette su dieci sono disponibili a premiare le aziende che investono in sostenibilità, pagando di più i loro prodotti. Per contro, qualora un’azienda si dimostrasse evidentemente non sostenibile, sono disposti a boicottarla astenendosi dall’acquisto (nel 64% dei casi), oppure sconsigliandolo a parenti ed amici (nel 45%).

In effetti la qualità intesa in senso lato (61%) è oggi il valore guida degli italiani quando fanno acquisti davanti al prezzo (58%) e alle promozioni (40%), capovolgendo un paradigma che spesso vedeva il fattore economico come elemento discriminante; l’indagine rileva poi come ben l’87% degli intervistati sceglie marchi di fiducia, possibilmente italiani, meglio se con una buona reputazione.

Per il 53% degli intervistati il concetto di sostenibilità è intrinsecamente connesso alla variabile ambientale: l’attenzione alle risorse limitate è notevole, mentre la sostenibilità ormai non è più una dichiarazione, ma uno stile di vita sempre più diffuso (87%).

I settori considerati più virtuosi sono quelli alimentari, energetico e automobilistico, anche grazie alla ingente comunicazione di prodotto che è stata effettuata, facendo cardine sui temi della sostenibilità. Per quanto concerne il terziario, e più in particolare banche e assicurazioni, la sostenibilità viene misurata dalla vicinanza ai clienti che attraversano momenti di difficoltà (40%), da una comunicazione chiara e trasparente (35%), dall’offerta di prodotti e servizi adeguati e non sovradimensionati (33%).

Sul versante aziendale gli investimenti in sostenibilità vertono principalmente sulla governance, sulla sostenibilità sociale ed ambientale. L’80% delle società intervistate dichiara che l’impegno nella sostenibilità si traduce in una migliore performance economica finanziaria nel medio/lungo periodo. Tuttavia la mancanza di ritorno immediato unita a quella di incentivi di mercato, sono elementi che rallentano lo sviluppo della sostenibilità all’interno delle aziende, secondo circa un’azienda su quattro tra quelle intervistate.