L’equazione cucine economiche degrado vista da Nereo Tiso, vice segretario cittadino del Pd di Padova

 

Rispondendo ad una lunga intervista rilasciata ai media padovani in cui l’assessore alla sicurezza Maurizio Saia annunciava di voler andare dal nuovo vescovo per spostare le cucine economiche di via Tommaseo (clicca per leggere l’articolo del Mattino di Padova), il vice segretario cittadino del Pd Nereo Tiso scrive questa analisi che riceviamo e pubblichiamo:
L’assessore Saia, quando non sa che pesci pigliare, scarica le responsabilità sugli altri. Proprio nella zona più controllata della città, le ultime vicende che hanno visto, purtroppo, protagonista chi, senza colpe, è venuto alla luce per pochi minuti , mostrano come il sistema di telecamere, di polizia locale, di chiusure di bar, ecc. messo in piedi dall’assessore, sia un sistema a groviera, pieno di buchi. E quando non è in grado di avere qualche idea, scarica la colpa su suor Lia e le cucine popolari. Già l’anno scorso, con il sindaco e il comandante dei vigili, si è recato alle cucine popolari. Non sono entrati per salutare, ma per giudicare e, col solito modo arrogante, dire a suor Lia e quindi anche al vescovo, cosa vorrebbero dovuto fare, cosa addirittura abbattere delle cucine; come degli architetti… Fortunatamente i padovani sono molto migliori di chi li governa e fanno della solidarietà silenziosa il loro stile di vita. L’assessore impari a risolvere i problemi, comprendendo che ci sono anche i tossicodipendenti, per esempio, che c’è chi dorme sulle strade, chi partorisce sulle strade. Problemi dell’assessore Brunetti (rientrata ossequiosa e agli ordini)? Forse l’idea innovativa della città passa anche da queste parti e non sarà l’aver ricevuto qualche applauso dopo aver tolto un po’ di polvere dalla soglia di qualche cittadino o commerciante, né tantomeno un fagiolo alla Stanga che ci renderà migliori come padovani. Sapere che esiste chi sta peggio e che ha luoghi dove posare il capo, ammirando chi se ne occupa, forse rende migliori i cittadini e città . Un consiglio: parlare col (non al…)nuovo vescovo si va prima di annunciarlo sui giornali. Le garantisco che è molto meglio e forse si dimostra un po’ meno presunzione.