La Cisl certifica attraverso le denunce dei redditi il calo di ricchezza disponibile per i contribuenti di Padova e Rovigo

 

Forse non serviva questo focus sulle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti che si sono rivolti ai Caf Cisl nel 2014 per avere la certezza che le famiglie venete, in particolare quelle di Padova e Rovigo, sono sempre più strozzate dalla pressione fiscale, e di conseguenza hanno sempre meno disponibilità economiche.
Ma i numeri contano, e dicono inequivocabilmente, ad esempio, che l’effetto del Bonus fiscale degli 80 euro introdotti 9 mesi fa dal Governo Renzi è completamente eroso dall’enorme aumento della fiscalità locale, Iva e accise. Insomma, esce più di quanto entra.
Sono questi alcuni dei risultati più importanti della ricerca relativa ai dati delle dichiarazioni dei redditi dei contribuenti veneti, che si sono rivolti ai Caf Cisl nel 2014.
Per quanto riguarda le province di Padova e Rovigo, i numeri confermano l’incremento della pressione fiscale, in linea con alcune dinamiche riscontrate a livello nazionale.
Nei quattro anni dal 2010 al 2013 il reddito rimasto alle famiglie dei cittadini di Padova e Rovigo è diminuito dell’1,18%, per effetto dell’inflazione che ha eroso ulteriormente il già ridotto reddito disponibile al netto dell’imposta. In particolare, la ricerca conferma che nei territori di Padova e Rovigo, nonostante il livello medio delle aliquote delle addizionali locali pagate in Veneto sia più basso di quello nazionale, il peso delle addizionali regionali e locali Irpef è cresciuto in modo esponenziale dal 2010 al 2013 di oltre il 42% (42,15%), in maniera superiore rispetto alla crescita media nazionale (33%). A questo si aggiunge l’aumento dell’incidenza dell’Iva (+0,69%) e delle accise (+0,49%).
Nell’ultimo anno (2013), nonostante un aumento lieve dei redditi complessivi (+ 2,2%), l’imposta netta si riduce leggermente (- 0,50%), per effetto dell’aumento delle detrazioni per figli a carico e di quelle legate al recupero edilizio e risparmio energetico. “Attenzione però –interviene Sabrina Dorio, segretario generale della Cisl Padova Rovigo-, perché questo consente solo ai lavoratori dipendenti interessati alle detrazioni di ottenere un lieve recupero, mentre i pensionati che non hanno usufruito del bonus di 80 euro, e in maniera minore di alcune detrazioni, risultano fortemente penalizzati”.
Altro dato che evidenzia il peso fiscale superiore nel Padovano, è che nel 2013 l’impatto dell’aliquota media percentuale complessiva (Irpef + addizionali) è stato più elevato in questa provincia rispetto alla media regionale, mentre Rovigo mostra una dinamica meno pronunciata, anche per effetto del più ridotto reddito complessivo.
Proseguendo, la ricerca fotografa un’alta percentuale di contribuenti nelle province venete, per i quali l’introduzione della Tasi ha comportato un maggiore carico fiscale rispetto alla vecchia Imu: il 40% dei padovani e una percentuale di poco maggiore di rodigini riscontra un peso della Tasi maggiore rispetto alla precedente Imu sulla prima casa.
Come sottolinea Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl, “è lampante la necessità di rivedere l’imposta sulla casa, garantendo in particolare l’esenzione dell’abitazione principale da ogni tassazione o tributo gravante sulla proprietà o sul possesso e prevedere una maggiore progressività del prelievo fiscale sulle abitazioni diverse da quella principale, in relazione all’utilizzo delle stesse e al numero delle abitazioni complessivamente possedute da ciascun nucleo familiare”.
Il tema sarà al centro del Consiglio Territoriale seminariale della Cisl Padova Rovigo, in programma mercoledì 18 marzo 2015 presso il Centro Congressi “La Piroga” a Padova, durante il quale verranno presentati i risultati di questa ricerca e sarà lanciato il progetto di legge di iniziativa popolare della Cisl sul fisco.