La lezione di zio Paolo e zia Jole e quanto è difficile riassumere 92 anni di vita in poche righe

 

C’è sempre molto di più, molto più cuore, molta più umanità dietro ad una storia lunga 92 anni che devi riassumere in poche righe. Queste di seguito sono le poche righe che leggerete domani sui giornali locali di Padova. Raccontano di mio zio Paolo, morto lunedì pomeriggio a 92 anni.
Lutto ad Altichiero per la morte di Paolo Gottardo, 92 anni, molto noto nel quartiere in cui per vent’anni è stato capogruppo nel consiglio di circoscrizione ai tempi della Democrazia Cristiana. Fratello maggiore della famiglia che ha dato i natali all’ex sindaco e parlamentare Settimo Gottardo, Paolo è stato per moltissimi anni un punto di riferimento della Uil funzione pubblica e per i meriti civili agli inizi degli anni ’90 è stato insignito del titolo onorifico di cavaliere della Repubblica. Paolo Gottardo è morto serenamente all’ospedale nel pomeriggio di lunedì circondato dall’affetto dei familiari ed in particolare della moglie Jole Zoccarato, con cui a novembre dello scorso anno aveva festeggiato i 65 anni di matrimonio. I funerali del cavaliere Paolo Gottardo si terranno venerdì 15 febbraio alle ore 10.30 nella chiesa parrocchiale di Altichiero.

E poi ci sono mille ricordi, dello zio che portava i nipoti al mare e in montagna. C’è l’immagine impressa nitida nella memoria di bambino di una persona sempre sorridente, con due occhi piccoli e vivaci, sempre pronti a guardare con stupore il mondo. E soprattutto c’è la zia Jole, sempre al suo fianco e vicino allo zio Paolo anche lunedì. La zia che gli ha tenuto la mano fino all’ultimo istante di vita terrena. Una donna minuta e fortissima, che in questi ultimi anni quando lo zio, per altro sempre lucidissimo, diventava fragile è diventata sempre più coriacea di fronte ad ogni difficoltà sua e del marito. Un eroe la zia, un esempio per me che ho assistito, quasi sbalordito, alla enorme semplicità di una donna che ha saputo ogni giorno onorare quel giuramento che Paolo e Jole si fecero una fredda mattina di novembre di 65 anni fa. Nella buona e nella cattiva sorte. Ma non c’è stata cattiva sorte per lo zio Paolo, fortunato ad incontrare all’inizio della sua lunga vita una compagna così straordinaria.
Grazie zio, uomo fortunato, che hai affrontato la vecchiaia e gli acciacchi con una dignità e una misura esemplare, complice quella scheggia di bomba che ti ha insegnato quando eri giovane, che la vita può finire in un soffio, ed allora tanto vale ogni tanto farsela una risata. E se capita di farsela in compagnia, davanti a un buon bicchiere, seduti a tavola davanti al leggendario arrosto della Jole, ancora meglio. Che bella vita hai avuto. Scusa se venerdì magari mi verrà da piangere al tuo funerale: noi nipoti che ti abbiamo conosciuto dovremmo fare una festa, un brindisi in tuo onore, magari intingendo le sfogliatine nel vino come piaceva fare a te, alla faccia del diabete e della Jole che provava a fermarti. Ciao zio. Ti ho voluto proprio tanto bene.

Alberto