Lasciate stare il Santo, per cortesia? A Padova bandiere di partito sul sagrato della basilica: era necessario?

 

Spiace vedere che l’elastico di ciò che è opportuno o meno in politica viene stiracchiato sempre di più. Ed un altro tabù è stato rotto questa mattina dalla manifestazione di Fratelli d’Italia tenutasi sul sagrato della basilica pontificia. Già il termine richiama anche ai laici un legame con la sacralità del luogo prospiciente. Quello spazio davanti alla basilica ospita ogni 13 di giugno i pellegrini e da lì su un palco il padre provinciale dei frati antoniani assieme al priore e al sindaco, parlano ai presenti. Il sindaco è invitato dai frati in quanto autorità e non in quanto capo di una parte politica, ed infatti è fasciato dal tricolore. Di tricolore gli attivisti di Fratelli d’Italia ne hanno portato uno grandissimo, sebbene quello, a ben guardare, sia territorio di proprietà della Santa sede, per quanto non extraterritoriale (ringrazio il prof. Saracini, lettore sempre attento di questo blog). Vedere le bandiere di Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale sul sagrato mi ha disturbato. Come molti padovani sono devoto al Santo. Mi inorgoglisce che la mia città in pieno medioevo abbia aperto il suo cuore ad un santo straniero che veniva da finis terrae di allora. Vedere bandiere di partito davanti a quella facciata mi ha fatto davvero male. Ci sono due luoghi sacri, di tutti, che non possono essere macchiati da una parte politica a Padova: il Santo e l’Università. Due generazioni fa Concetto Marchesi e gli studenti cacciarono le camicie nere dall’Aula Magna. Oggi in piazza del Santo la presenza degli uomini del partito che affonda le proprie radici anche nella destra fscista sono stati tollerati dalle guardie. Segno che la misericordia di Sant’Antonio perdona tutti, anche chi dopo aver costruito molte suggestioni sui fanti (di marina) adesso ha iniziato a tirare dentro in politica persino i santi. 

 

Alberto Gottardo