Le tante fatiche e i piccoli miracoli del Cuamm raccontati da don Dante Carraro, un eroe padovano della Provvidenza

 

Carissimi, condivido con voi due brevi pensieri di rientro dall’Angola per aggiornarvi su un lavoro che continua, tra tante fatiche e piccoli “miracoli”.
Inizia così il messaggio di Don Dante Carraro che informa i suoi amici del lavoro che il Cuamm, di cui è direttore da tanti anni, sta svolgendo in Africa e precisamente in Angola. Il racconto di don Dante inizia da un cimitero. Sbalorditiva la scelta di iniziare a parlare di vita raccontando la storia di una morte. La prima foto che don Dante Carraro mette sulla newsletter è quella del cimitero di Camama, periferia estrema di Luanda. Questo eroe padovano della Provvidenza, purtroppo non abbastanza conosciuto da una città spesso troppo distratta verso i suoi figli migliori, racconta con parole semplici una situazione drammaticamente complessa.
“Ogni volta che arrivo in Angola non posso non fermarmi a pregare sulla tomba di Maria Bonino – scrive don Dante Carraro -, la nostra pediatra colpita dal Marburg, virus “cugino” dell’Ebola, e deceduta il 24 marzo di 13 anni fa.
Maria è per tutti noi esempio e fonte di ispirazione: dedizione, professionalità e competenza, amore ai più poveri. A Luanda c’è anche il cimitero di Sant’Anna, riservato ai “ricchi” della capitale. Mi commuove sapere che Maria è sepolta a Camama, il cimitero dei poveri, una tomba dignitosa insieme a tante altre, lì in mezzo alla sua gente, i suoi poveri. Il “con l’Africa” vissuto fino alla fine e oltre. In mezz’ora di permanenza sono stati 18 i carri funebri entrati in cimitero, accompagnati da cortei di gente che canta, urla e piange.
A Luanda come nel resto del paese, la svalutazione galoppa, c’è fame e miseria, la tubercolosi e la malnutrizione crescono, i tanti poveri soffrono e muoiono, oggi più di qualche anno fa.

Giovedì 10 maggio
Ospedale di Chiulo, “ultimo miglio” nel profondo Sud del Paese. Se in capitale la popolazione fa sempre più fatica, nelle aree rurali la povertà, dignitosa ma profondissima, si aggrava ogni giorno di più. La gente spera che il recente nuovo Governo possa portare un miglioramento ma nel frattempo non si trovano farmaci e vaccini, i dipendenti pubblici vivono con salari irrisori (10.000 kwanza mensili, circa 40 euro), la fame si allarga. Siamo qui per non mollare, per starci, per condividere anche le sofferenze e le paure.
In tutto questo, incontri talvolta qualche piccolo “miracolo” che sostiene poi nelle centomila fatiche quotidiane. Una mamma partorisce con gravi difficoltà una splendida bambina, Angela (dal nome della giovane ostetrica padovana che l’ha aiutata). Dopo qualche giorno ritorna in ospedale con una “galinha” in mano, orgogliosa e riconoscente per la sua bambina.
È il modo di dirci il suo GRAZIE…. Tutti noi sappiamo, in tempo di fame, il valore di quella “galinha”!!
Un pensiero e un grazie, ancora una volta, al carissimo Niccoló Fabi. “L’Ala di Lulù” è lì, pulita e colorata, per dare accoglienza e cura ai tanti bambini malnutriti che ogni giorno, purtroppo, continuano ad arrivare.
Grazie infine a ciascuno per la vostra vicinanza e per quanto ancora potrete fare nel sostenere il nostro impegno!

D.Dante