Luca Claudio si rifiuta di sposare i clandestini. Primo no a un moldavo clandestino

 

Il sindaco di Montegrotto Luca Claudio si è rifiutato di sposare una coppia di moldavi. Il motivo sta nella condizione di clandestino pregiudicato del promesso sposo. “Siamo al paradosso italiano della giustizia: le norme ci sono ma non si riesce ad applicarle” dice Luca Claudio. Qui di seguito il lungo comunicato inviato dallo stesso sindaco che riceviamo e pubblichiamo integralmente.

PREMESSA
Si potrebbe cominciare dai poteri dati ai sindaci o da quelli previsti nel disegno di legge sul Pacchetto Sicurezza. Possiamo o potremmo (in attesa finalmente della conversione in legge del DdL sul pacchetto sicurezza) fare molte cose ma, in realtà, ogni azione in tal senso viene o verrà vanificata da quel paradosso italiano contro il quale tante volte sbattiamo la testa: le norme ci sono ma non si riesce ad applicarle.

Più volte durante i miei mandati di sindaco ho manifestato un pensiero univoco sull’immigrazione clandestina:espulsione, o sulla criminalità:certezza della pena. Praticamente MAI queste volontà, che non sono certamente solo mie, come cittadino e come sindaco, ma sono quelle della stragrande maggioranza degli italiani, vengono attuate (superfluo citare la cronaca sui media che testimonia la triste verità di un fenomeno tutto italiano, dove delinquere paga, dove chi delinque viene scarcerato, chi è irregolare non viene espulso e così via).
Esempio. Con le premesse di cui sopra posso e devo celebrare il matrimonio tra due extracomunitari di cui uno irregolare, sprovvisto di permesso di soggiorno? Politicamente, come sindaco di centro destra e come sindaco veneto, NON celebro (e mai lo farò) matrimoni in presenza di uno status di irregolarità.

Tuttavia, per la normativa vigente SI, posso e devo celebrare il matrimonio. Certo, potrei attuare azioni di “disobbedienza” o che oltrepassano, attualmente, la competenza del sindaco (ricordo le ordinanze del sindaco Bitonci per le quali è stato anche indagato), magari ordinando ai funzionari di Stato Civile di non celebrare matrimoni in assenza del permesso di soggiorno (come fece il sindaco di Caravaggio, nel basso bergamasco, seguito immediatamente da altri 43 sindaci). Da una parte potrei farlo, anche rischiando una diffida da parte del Prefetto, da una parte potrei “sposare” segnalando preventivamente agli organi competenti l’irregolarità di uno dei due soggetti o, ancora, potrei far finta di niente e celebrare, con alta probabilità che sia così, un matrimonio di comodo facendo così ottenere allo straniero irregolare una regolarizzazione veloce.

OGGI IN COMUNE DI MONTEGROTTO
Una coppia di moldavi chiede di essere sposata. Lo sposo è un extracomunitario irregolare. Ho informato la Questura e i Carabinieri di questa situazione venendo a conoscenza del fatto che il futuro sposo ha già a suo carico precedenti penali e un paio di precedenti decreti di espulsione. In ogni caso, dopo la mia segnalazione alla Questura, i Carabinieri fanno il loro dovere con scrupolo : non possono mandare il moldavo irregolare ai CPT perché sono pieni e quindi altro foglio di via (NON possono far altro!) lo individuano, lo fermano, lui non ha ottemperato all’ordine di lasciare l’Italia e quindi viene emesso nuovo decreto di espulsione da osservare entro 5 giorni. Durante i 5 giorni lui si sposa e fa ricorso contro il decreto di espulsione, ricorso che blocca e sospende l’esecutività del decreto di espulsione, ricorso che in alcuni casi, (anche se non nel nostro caso ma ad es. se l’extracomunitario è entrato in Italia regolarmente, non abbia il permesso di soggiorno ma sia sposato con una italiana e la moglie sia in attesa di un figlio) può invocare sentenze di più alto ordine e grado che sanciscono il divieto di applicare il decreto di espulsione qualora l’irregolare si trovi nelle suddette condizioni. Quindi l’irregolare viene legalizzato da un Ente Istituzionale per obblighi normativi!!!! Quindi, sottolinenando che non voglio assolutamente giudicare personalmente i due moldavi che si sono sposati, ciò che voglio invece denunciare è come,  sotto al ricatto del paradosso della giustizia italiana, per l’attuale normativa si possa e si debba paradossalmente legalizzare l’illegale attraverso un atto tra i più forti e importanti quale caposaldo della famiglia: il matrimonio. Siamo a questo punto. Tornando al nostro caso, dove l’irregolare non è nemmeno entrato in Italia in modo regolare e non ha sposato un’italiana ma una moldava, né io né alcun membro della maggioranza li abbiamo sposati ma, per l’assurdità dell’attuale legge, il funzionario di stato civile ha dovuto sposarli.
Lo stesso accade per i criminali e per gli stupratori che individuati, fermati dalle Forze dell’Ordine, sottoposti a processo, restano per una breve vacanza in carcere o agli arresti domiciliari e  poi fuori a continuare la loro criminosa vita.

Va bene, né noi come Istituzioni, né le Forze dell’Ordine, possiamo impedire che ciò avvenga ma come sindaco non sarò mai complice di un sistema che legalizza l’illegale subendo la beffa oltre al danno e quindi:

Non porterò nessun irregolare dentro le “mura della mia città”;
E’ vergognoso che ancora vi siano tali situazioni legislative e tali lacune normative;
E’ vergognoso che Comuni, Questura e Prefettura non possano far niente!;
BASTA! E’ ora di dare veri strumenti operativi e soprattutto normativi alle nostre Forze dell’Ordine;
E’ ora di dare vere risposte ai cittadini e di eliminare quella esistente forte disparità di trattamento dove le norme più rigide sono riservate agli italiani e le più permissive agli stranieri, meglio se irregolari; non è più accettabile! (pensiamo a tutti i documenti che gli italiani regolari devono produrre, pagare diritti, bolli e tanta burocrazia a cui sottostare per sposarsi).

Qualche speranza ce la da il pacchetto sicurezza che, sempre se così verrà mantenuto, cerca di riordinare l’attuale disordine normativo fissando con chiarezza i poteri dei sindaci in ordine ai matrimoni, alla cittadinanza italiana e all’esibizione del permesso di soggiorno, ma il disegno di legge deve attendere e superare ancora l’esame della Camera.

Intanto non riusciamo a difendere, anzi non possiamo perché qualcuno non vuole difendere, i più elementari principi e valori della nostra Terra, grazie al nostro affezionato paradosso italiano.