Cinque milioni di italiani conosce a proprio discapito l’acronimo BPCO che sta per bronco pneumopatia cronica ostruttiva per cui il centro specialistico in seno all’ospedale di Padova, unico centro in Veneto e primo in Italia a sperimentare i nuovi farmaci biologici applicati alla terapia che affianca farmaci monoclonali, con autosomministrazione dei farmaci, quindi evitando che il malato debba recarsi in ospedale: i medici insegnano al paziente a curarsi da sè attraverso l’applicazione della telemedicina.
Il risultato è la riduzione delle ospedalizzazioni, che con le terapie tradizionali portano invece nel 12 per cento alla morte del paziente entro 30 giorni dalla riacutizzazione e con identica probabilità porta entro 30 giorni dall’ultimo ricovero ad un nuovo ricovero.
Con il nuovo farmaco monoclonale sono stati trattati dieci pazienti, con risultati molto confortanti.
Testimonial della terapia a base del farmaco biologico monoclonale è stato questa mattina il signor Fabio Schiavon, 69 anni, ex fumatore di 40 sigarette al giorno, in cura dal 2008 per DPCO. Reduce nel corso dello scorso anno da ricovero in terapia intensiva, pertosse ed embolia polmonare. “Da quando mi faccio le terapie da solo riesco a camminare, sono ritornato a vivere, la cura mi ha dato un grande giovamento. Tempo fa verso la fine dei 15 giorni dall’assunzione del farmaco sentivo un po’ peggiorare la situazione, ora invece il miglioramento di vita è certamente continuo”.