Massacrava di botte la convivente, tunisino spacciatore arrestato dai carabinieri

 

Mai sarebbe tornato in carcere: piuttosto l’avrebbe uccisa. Questo è quanto le ha urlato al telefono mentre la vittima sporgeva denuncia in caserma dai Carabinieri, col volto sfregiato e tumefatto, il naso rotto ed il corpo dolorante per le percosse subite dal suo convivente. Da metà ottobre, di lui si erano perse le tracce. La sua “latitanza” ha avuto termine ieri sera, quando è stato arrestato in flagranza di reato dai Carabinieri della Stazione di Albignasego per spaccio di droga. Una volta in caserma, infatti, i Carabinieri si sono accorti che sul suo conto – con un altro alias – pendeva un’ordinanza emessa dal giudice per le indagini preliminari Lara Fortuna su richiesta del Pubblico Ministero Benedetto Roberti per un reato ben più grave.

Mootazaz Smaili, 24enne, tunisino, clandestino, pluripregiudicato con una personalità violenta, ha messo più volte a rischio la vita della sua convivente italiana. La scorsa estate la donna ripetutamente era ricorsa alle cure del pronto soccorso: era stata picchiata, accoltellata alla coscia, pestata a sangue e continuamente umiliata per via della gelosia dell’extracomunitario. Lei succube del suo uomo, come spesso accade, lo perdonava sempre. Nell’ultimo episodio, alla metà di ottobre, le cose si erano messe davvero male: sfregiata al volto con un coltello da cucina, pestata a pugni tanto da riportare la frattura del naso, per poco non finiva strangolata con un foulard. Era stata salvata solo dall’intervento della madre che bussava alla porta in quanto richiamata dalle urla della vittima. Alla fine si era decisa quindi a denunciare il tutto ai Carabinieri che avevano riferito alla Procura della Repubblica di Padova. A tempo si record, il Dott. Benedetto ROBERTI era riuscito ad ottenere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere che era rimasta ineseguita poiché il tunisino si era reso irreperibile.
Smaili, infatti, che era già stato ospite delle nostre galere per spaccio, detenzione di armi ed immigrazione clandestina, non aveva alcuna intenzione di farvi ritorno.

Ieri sera Smaili è caduto nella rete dei servizi antidroga. I carabinieri in borghese lo hanno notato confabulare con un altro nordafricano in via Facciolati, a Padova, zona in cui è fervida l’attività di spaccio. Quando i militari si sono qualificati, SMAILI ha rapidamente portato la mano alla bocca e ingoiato diverse dosi di eroina, mordendo la mano del Maresciallo che cercava di aprirgli la bocca e che alla fine è comunque riuscito a recuperare almeno due dosi con circa 2 grammi di eroina.

Privo di documenti, la sua esatta identità è emersa grazie al riscontro delle impronte digitali. Arrestato in flagranza di reato per spaccio di stupefacenti, a SMAILI Mootazaz è stato anche notificato l’ordine di custodia cautelare in carcere per il quale era da tempo ricercato. Per lui si moltiplicano quindi i reati contestati: oltre allo spaccio di droga anche l’accusa di maltrattamenti in famiglia continuati e aggravati.
Prima di essere associato alla Casa Circondariale di Padova, è stato accompagnato all’Ospedale di Abano a seguito di un malore causato dall’ingestione di altre 4 dosi di eroina.