Massimo Bitonci annuncia un esposto in procura contro il sindaco Giordani. E la consigliera nostalgica mussoliniana invoca le libertà negate dal fascismo

 

Dimissioni da consigliere comunale per Daniela Ruffini e un consigio comunale straordinario. A chiederlo Massimo Bitonci e i suoi consiglieri comunali d’opposizione che hanno convocato una conferenza stampa al caffè Pedrocchi. A parlare per primo l’ex sindaco Massimo Bitonci che ha annunciato:
“Erika Stefani presenterà una interrogazione patlamentare che prende spunto dalla mozione presentata dal consigluere Cavatton. È ormai acclarato che il neo sindaco di Padova fosse stato avvisato da un gruppo di manifestanti che, nel caso in cui ci fosse stata una manifestazione dall’altra parte, si sarebbero adoperati per far cessare la manifestazione avversa. Il nostro sentito grazie va al grande lavoro fatto dalla polizia.
Ho letto che Daniela Ruffini dà la colpa di quanto successo alla polizia. Noi diciamo con chiarezza che la colpa di quanto successo è loro: vergognoso e scandaloso che consoglieri comunali come Ruffini e Ferro abbiano fatto da spalla ai violenti. 
La responsabilità del sindaco è gravissima, quasi da spalleggiatore. Presenteremo un esposto ai carabinieri perché ravvisino eventuali omissioni da parte del sindaco”. 

La ex vicesidaco Eleonora Mosco eletta in consiglio comunale per Forza Italia ha aggiunto che “chiediamo a Daniela Ruffini di dimettersi”. Matteo Cavatton da parte sua ha ribadito l’autoconvocazione di un consiglio comunale ad hoc sugli scontri di piazza che potrebbe tenersi già nella giornata di mercoledì prossimo. A seguire sono intervenuti altri consiglieri comunali quali Alain Luciani, Wanda Pellizzari ed altri. Qualche ironia l’ha sollevato l’intervento della consigliera Elena Cappellini, quella immortalata qualche tempo fa mentre a Predappio faceva il saluto al Duce
La consigliera infatti ha citato l’articolo 21, quello sulla libertà di espressione che recita: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. 
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”. Proprio il contrario di quello che avveniva durante il fascismo.