Moncler risponde alle accuse di Report sulle piume delle oche

 

altMoncler, azienda con sede in provincia di Padova. risponde alla trasmissione di Report di domenica sera che puntava il dito contro i metodi illegali usati per la ‘spiumatura’ delle oche vive in Ungheria (clicca qui per vedere la puntata di Report). L’azienda ha diramato una nota rivendicando di utilizzare piume provenienti da fornitori qualificati che aderiscono agli standard europei, ma il titolo in borsa ieri ha chiuso in forte calo.
Le azioni del gruppo famoso per i suoi piumini lasciano sul terreno il 4,88% a 10,52 euro, dopo aver toccato un minimo a 10,41, con volumi 2,5 volte la media. I trader citano l’inchiesta della trasmissione di Rai 3 dal titolo “Siamo tutti oche”, che ha più volte chiamato in causa il famoso brand dei piumini.
In una nota Moncler specifica che tutte le piume utilizzate in azienda provengono da fornitori altamente qualificati che aderiscono ai principi dell’ente europeo EDFA (European Down and Feather Association), e che sono obbligati contrattualmente a garantire il rispetto dei principi a tutela degli animali.
Tali fornitori, prosegue, sono a oggi situati in Italia, Francia e Nord America. “Non sussiste quindi alcun legame con le immagini forti mandate in onda riferite a allevatori, fornitori o aziende che operano in maniera impropria o illegale, e che sono state associate in maniera del tutto strumentale a Moncler”.
Per quanto riguarda la produzione, Moncler conferma di produrre in Italia e in Europa: “in Italia quantità limitate, e in Europa nei luoghi deputati a sostenere la produzione di ingenti volumi con elevato know-how tecnico che garantisca la migliore qualità riconosciuta a Moncler dai consumatori”.

Il gruppo aggiunge di non aver mai spostato la produzione, come affermato nel servizio, “visto che da sempre produce anche in Est Europa”. In Italia ha mantenuto collaborazioni efficienti con i migliori laboratori, continua la nota.
Per quanto riguarda i ricarichi, il comunicato precisa che il costo del prodotto viene moltiplicato, come d’uso nel settore lusso, di un coefficiente pari a circa il 2,5 dall’azienda al negoziante, a copertura dei costi indiretti di gestione e distribuzione. Nei vari paesi la distribuzione applica poi, in base al proprio mercato di riferimento, il ricarico in uso in quel mercato.
“È evidente quindi che le cifre menzionate nel servizio, che prendono in considerazione solo una piccola parte del costo complessivo del prodotto, sono del tutto inattendibili e fuorvianti”, si legge nella nota del gruppo, che aggiunge di aver dato mandato ai propri legali “di tutelarsi in tutte le sedi opportune”.