Nuovo ospedale di Padova: Zanonato i sette nodi da sciogliere

 

altQuando ho letto la proposta di realizzare l’ospedale nuovo di Padova sull’area di via Corrado pensavo di essere su “scherzi a parte”. Per estremo scrupolo sono andato a vedere la piantina dell’area sulle mappe di Google e tutto quello che so da anni a memoria è stato immediatamente confermato: sull’area è collocata l’impianto sportivo del CUS, sono presenti due impianti di grande dimensione dell’Acegas-Aps, uno per il gas metano e l’altro dell’acqua con un serbatoio di 25.000 metri cubi. L’area inoltre è molto piccola per una struttura sanitaria universitaria di mille posti letto e non è collegata da un’adeguata viabilità. Ora trascurando questi ultimi problemi che sono in realtà di enorme rilevanza chiedo, non certo a Zaia e a Bitonci che fanno i furbetti, ma alle persone serie della città: come si fa a credere che si possano spostare impianti di questa importanza in tempi compatibili con l’esigenza di fare presto il nuovo ospedale. Anche immaginando di smantellare l’impianto sportivo senza prima creare un’alternativa, per quel che riguarda l’acqua e il gas solo dopo aver realizzato nuovi impianti equivalenti, se vogliamo continuare ad avere in città il gas e l’acqua, sarà possibile procedere allo smantellamento che è la premessa per costruire su quel sito.

Ipotizziamo si seguire la strada indicata, bisognerà, se l’Acegas è d’accordo(!!):
1. Acquisire una o più nuove aree (dove sono?)
2. Realizzare (perché non ci sono) i progetti dei nuovi impianti compreso il turbo espansore, i progetti per spostare il tubo da 600mm che porta l’acqua al serbatoio e i tubi che la distribuiscono in parte della città e nel Piovese e ancora i progetti per spostare il tubo ad alta pressione, 11 bar, del gas in arrivo e quello sempre in arrivo in media pressione, poi tutti i tubi della distribuzione del gas alle abitazioni e alle aziende padovane.
3. Avere la VIA. Inevitabile per impianti di questa delicatezza ottenere la VIA dal Ministero dell’Ambiente e prima i pareri favorevoli di varie autorità locai.
4. Espropriare. In alcuni casi, dopo aver avuto l’approvazione dei progetti, sarà necessario utilizzare lo strumento dell’esproprio per disporre di nuovi siti per impianti e tubi.
5. Fare le gare. Naturalmente lavori di questa entità (20/30 milioni di euro) richiedono gare europee con ulteriori tempi di attuazione.
6. Costruire e collaudare.
7. Disattivare e smantellare l’impianto esistente.
SOLO DOPO TUTTO QUESTO POTRÀ PARTIRE LA REALIZZAZIONE DEL NUOVO OSPEDALE!!
Naturalmente anche per il nuovo ospedale servono i progetti, le autorizzazioni e le gare.
Chiunque è in grado di valutare l’assoluta mancanza di credibilità a questa proposta che sposta “sine die” la realizzazione dell’ospedale e che ha una sola funzione in vista delle elezioni regionali del 2015: nascondere l’inerzia e l’assenza della Regione e di Zaia nella vicenda della costruzione del nuovo polo ospedaliero, vicenda che è partita 10 anni fa, non tre mesi or sono, e che con l’attuale presidente della Regione non si è mossa di un millimetro.

Flavio Zanonato