Orto botanico di Padova listato a lutto per denunciare le distruzioni dei siti Unesco in medio oriente

 

Venerdì 15 maggio anche l’Orto Botanico di Padova, insieme all’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco sostiene l’iniziativa dell’Unesco “#Unite4Heritage” per denunciare la distruzione dei Beni storico culturali in Medio Oriente, molti dei quali peraltro inclusi nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
«Le distruzioni compiute in Medio Oriente rappresentano un atto vigliacco e premeditato, oltre che un crimine di guerra – spiega il Rettore Giuseppe Zaccaria che ha aderito all’iniziativa in accordo con il professor Giorgio Casadoro, Prefetto dell’Orto Botanico – andando a colpire le radici culturali del proprio popolo si vuole mettere in discussione la storia, tradizione e identità del popolo stesso. Violenze barbare e gravi, che toccano non solo i luoghi dove stanno avvenendo ma tutto il mondo: la lingua della cultura è infatti universali, attraversa e unisce le nazioni. Anche per questo vogliamo dimostrare, con quest’atto simbolico all’Orto Botanico, il nostro sgomento».
L’evento prevede l’apposizione di un drappo nero all’entrata dell’Orto Botanico, simbolicamente vicino alla targa che ricorda come l’Orto sia Patrimonio Unesco, il giorno venerdì 15 maggio alle ore 11.
L’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale Unesco ha deciso di promuovere questa iniziativa a sostegno di quella avviata dall’Unesco, “#unite4heritage”, per manifestare il cordoglio per le vittime civili e lo sdegno della comunità internazionale di fronte alla distruzione illecita del patrimonio che ne rappresenta l’identità culturale di un intero popolo..

Quello che sta attualmente accadendo in Iraq ha suscitato particolare indignazione, tanto che la direttrice generale dell’UNESCO, Irina Bokova, si è rivolta alla Corte penale internazionale dell’Aja in seguito alla distruzione da parte dell’Isis di reperti archeologici a Mosul, in Iraq, condannando la devastazione di un patrimonio culturale e artistico come crimine di guerra.
Gli atti di distruzione che stanno accadendo mettono in luce un doppio fine: da un lato cancellare le testimonianze del passato della storia e della cultura di un popolo, dall’altro di appropriarsi di opere destinate alla mercificazione all’interno del mercato nero.
La diffusione nel web di filmati che documentano la devastazione delle icone del passato, considerate “falsi idoli”, fa parte di una nuova strategia comunicativa dove la nuova icona diventa la propria immagine che distrugge altre immagini.
Questa vicenda ha suscitato particolare indignazione e ha mobilitato la comunità internazionale per tutelare il patrimonio culturale e porre fine alle barbarie che stanno colpendo le zone assediate dall’Isis. Quello che è fondamentale è sensibilizzare i cittadini affinché collaborino perché le opere e i luoghi delle civiltà del passato siano, nei limiti del possibile, ripristinati e restituiti come testimonianze dello sviluppo della civiltà umana.