Padova il grande ospedale del fronte durante la prima guerra mondiale: una mostra apre sabato 21/10

 

Durante la Prima Guerra Mondiale, Padova e i suoi medici svolsero un ruolo di primaria importanza sanitaria, ospedaliera e logistica. Fin dalle prime settimane del conflitto innumerevoli furono gli aiuti resi ai feriti e ai malati, spesso forniti anche da privati cittadini. Tra il 1916 e il 1917 Padova divenne un vero e proprio centro ospedaliero, con oltre 7.500 posti letto a disposizione in città e più di 4.000 in provincia. Per rendere omaggio a quanti prestarono assistenza in quegli anni massimamente dolorosi, l’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Padova insieme con il suo Gruppo Culturale promuove la mostra “I Medici di Padova e la Grande Guerra”. La rassegna di fotografie e reperti, realizzata in collaborazione con la Biblioteca Civica del Comune di Padova, la Biblioteca Universitaria di Padova, l’Abbazia di Santa Giustina, la Biblioteca statale del monumento nazionale di Santa Giustina, il Museo Storico della 3a Armata e le Associazioni storico-culturali “Per non dimenticare”e “Il Piave”, verrà inaugurata sabato 21 ottobre alle ore 15.30 nella Sala San Luca Abbazia di Santa Giustina e rimarrà visibile fino al 4 novembre 2017.

L’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Padova organizza proprio nella sala San Luca nella Basilica di santa Giustina, che fu importante sede ospedaliera, una Mostra-Evento per ricordare i medici e le città di Padova, “capitale al fronte” e città di cura e assistenza negli anni tragici della Grande Guerra. Quella che fu catastrofe umanitaria – riflette il Prof. Paolo Simioni,
presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Padova – ci coinvolge e ci obbliga a ripensare a quanto i nostri colleghi hanno saputo affrontare. La memoria di questi eventi non può essere cancellata alla coscienza e dall’impronta etica dei cittadini e di ogni medico”.
Già nell’aprile 1915 l’Ospedale Civile mise a disposizione oltre 600 posti letto per la truppa e per gli ufficiali. I restanti posti letto occuparono l’Ospedale Militare Principale e soprattutto la Caserma di Santa Giustina. “Vennero poi trasformati in ospedali anche strutture che, prima del conflitto, avevano altre destinazioni d’uso – ricorda il Prof. Paolo Simioni – come scuole, istituti, collegi e orfanotrofi. Anche la Croce rossa Italiana aveva delle strutture ospedaliere a Padova, presso il seminario vescovile. L’impegno dei Medici di Padova insomma fu enorme con pesante ricaduta non solo nelle acquisizioni scientifiche ma anche nell’ambito dell’organizzazione sanitaria ed umanitaria”. Negli ospedali della città prestarono servizio numerosissimi volontari. In particolare le crocerossine, molte delle quali ricevettero la medaglia al merito per il lavoro svolto.

Sabato 21 ottobre, in occasione dell’inaugurazione, si terrà un convegno (dalle ore 15.30) cui porteranno i saluti Padre GIULIO PAGNONI, Abate di Santa Giustina, il Prof. PAOLO SIMIONI, Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri di Padova, il Prof. ROSARIO RIZZUTO, rettore Università degli studi di Padova, il Dott. DOMENICO SCIBETTA, Direttore Generale
Ulss 6 Euganea, il Dott. LUCIANO FLOR, Direttore Generale Azienda Ospedaliera di Padova, quindi seguiranno gli interventi del Dott. ANDREA COLASIO, Assessore alla Cultura del Comune di Padova (“Le celebrazioni del centenario a Padova”), il Prof. MAURIZIO RIPPA BONATI, Docente storia della Medicina, Università di Padova (“Padova città ospedaliera durante la Grande Guerra”, il Dott. ROBERTO BETTELLA, studioso della materia (“Momenti della sanità padovana nella Grande Guerra”), il Dott. ANGELO NATALONI, studioso, recuperante e collezionista della Grande Guerra (“Il bisturi oltre la baionetta: dall’inutile strage un grande balzo della medicina moderna”).