Panettone e pandoro: attenti ai prezzi troppo bassi. Monito dell’Appe di Padova

 

“La professionalità, la tradizione, la passione e la qualità non si svendono”. E’ questa la dichiarazione di Federica Luni Antonini, Vice Presidente dell’APPE e portavoce del Gruppo Pasticcieri Artigiani di Padova che unisce oltre 50 pasticcerie artigiane di Padova e Provincia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la svendita, già in questo periodo, di prodotti dolciari Natalizi come il panettone e il pandoro presso alcuni centri della grande distribuzione.

“In questo periodo le nostre pasticcerie profumano come non mai di uova, burro, farina, zucchero e lievito: sono i profumi della produzione di qualità e i nostri clienti, per fortuna, lo sanno e hanno imparato a riconoscerli”.
“Quello che posso dire ai consumatori – commenta Federica Luni – è “diffidate del prezzo troppo basso”. Le materie prime utilizzate nei nostri laboratori sono di primissima qualità, i nostri fornitori sono storici e affidabili e i prodotti che sforniamo quotidianamente continuano a mantenere quel profumo e quel sapore che li rendono unici e inimitabili. Quante volte il cliente di una pasticceria artigianale si sente rispondere “mi dispiace i panettoni sono finiti: li stiamo impastando, torni domani”. Comunque, calcolatrice alla mano, basti pensare che per produrre 1 Panettone o Pandoro, oltre ad impiegare ingredienti di primissima qualità, bisogna aggiungere il tempo “naturale” per la lievitazione,  preparazione, cottura e riposo che è di circa 3 giorni e, infine, il confezionamento artigianale rifinito con tanto di carta, fiocchi e fiori”.

Per tutelare questi dolci da ricorrenza è intervenuta anche la Legge, con il Decreto del 22 luglio 2005, adottato congiuntamente dal Ministero delle Attività Produttive e dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, che conferisce una precisa “carta d’identità” a Panettone e Pandoro definendone nome, composizione, regole di etichettatura e processi tecnologici: un disciplinare produttivo molto rigoroso in termini di ingredienti obbligatori e di metodi di lavorazione per rispettare la ricetta originale al punto che i prodotti non conformi alle disposizioni del decreto non possono utilizzare le denominazioni riservate ma devono essere commercializzati con denominazioni diverse quali, ad esempio, “Dolce di Natale” in luogo di “Panettone” o “Pandoro”.