Pd padovano, rottamati e rottamatori visti da Paolo Giaretta

 

Vedo che purtroppo sui media allignano ancora delle persone del PD cittadino che sono convinti che per fare politica basti sventolare la carta d’identità e invece di lavorare per cercare di rottamare Bitonci si applicano su una pretesa epurazione dei già rottamati, facendo un notevole danno d’immagine al PD. Consiglierei loro di stare sereni: con un po’ di serenità ed equilibrio, la lettura di qualche buon libro e qualche idea sul futuro della città potrebbero rendersi utili. Se restano prigionieri di un rancoroso settarismo e di un arrivismo individualista non andranno da nessuna parte. Sarebbero dei giovani vecchi, che ripercorrono vecchissimi ed usurati tratturi della vecchia politica.
Io mi occupo d’altro. Mi accontento di intrattenere un dialogo con chi ne ha voglia su queste pagine, possibilmente su cose più interessanti e divertenti.
Ad esempio: vogliamo parlare di rottamazione da una angolazione un po’ più seria?
Il grande poeta e saggista Eliot una volta invitò a guardare oltre il provincialismo del territorio, cioè l’idea che il mondo di cui occuparsi sia ristretto entro gli angusti confini dell’immediato circondario. Diceva che c’è un altro tipo di provincialismo, quello del tempo, di quelli che sono convinti che l’unico tempo che esiste è quello che vivono loro. Due atteggiamenti che impediscono di comprendere i grandi flussi della storia. Clicca qui per continuare a leggere