Peghin attacca sul tram: “Meglio i bus elettrici e referendum sulla terza linea”

 
“La terza linea del tram? Noi lavoreremo per i bus elettrici come si fa in Europa. Ma la scelta la condivideremo con i padovani e non gliela imporremo.” Così Francesco Peghin spiega cosa intende fare quando sarà Sindaco e che metodo di lavoro vuole adottare.
Il Comune a meno di tre mesi dalle elezioni ha messo l’acceleratore sulla terza linea del tram, con la scusa dei tempi dettati dal Pnrr e magari anche per far dimenticare il pasticcio fatto sull’altro appalto.
Sottolinea Peghin: “Io in questi due mesi mi sono confrontato, a differenza dell’amministrazione uscente che va in giro a fare presentazioni, con tantissimi cittadini e ho letto anche i dati di diverse ricerche. Tutti gli studi dicono che i mezzi più graditi e meno impattanti per i padovani, per ottenere una mobilità migliore e insieme un beneficio contro l’inquinamento, sono quelli elettrici che sono già la strada favorita in tantissime città europee. Il comune ha, invece, scelto la strada del tram per la terza linea anche in zone della città dove portarlo significa generare un grande caos dagli effetti molto negativi”.
Per Francesco Peghin cambiare sistema vuol dire individuare mezzi a minor impatto ambientale, rinunciare a rotaie e a mezzi ormai superati tecnologicamente, avere meno costi di realizzazione e manutenzione, avere infine minori tempi di realizzazione.
Spiega ancora Peghin: “La nostra scelta sarà molto chiara. Avviare immediatamente il percorso perché senza perdere tempo si realizzi nei prossimi mesi il referendum civico che rimetta ai cittadini di Padova la decisione tra i bus elettrici più moderni e efficienti sul percorso oggi previsto oppure in alternativa il progetto per il tram del sindaco uscente e del suo staff. Questo referendum coinvolgerà davvero come protagonisti i padovani e non sarà lo show di finta consultazione che sta facendo l’amministrazione uscente in queste settimane.”
I soldi del Pnrr dati dal governo a Padova sono importanti. Per questo una amministrazione che si rispetti non può che coinvolgere anche i cittadini nella decisione. Troppo facile chiedere ai padovani il voto a giugno vendendogli, anche con libretti sponsorizzati da privati, tutto quel presunto paradiso realizzato in cinque anni. Non si può negare ai cittadini di poter votare su una progettualità che impatterà nella loro vita quotidiana per i prossimi anni e che in particolare produrrà grandissimi problemi a residenti e commercianti e alla viabilità di intere zone della città.”