In piazzetta del ponte dei Mugnai arriva l’arco di Mauro Staccioli

 

Alle opere di Marco Nereo Rotelli, Helidon Xhixha, Rabarama, Tony Gallo e Alessio B si aggiungerà a breve l’arco di Mauro Staccioli “Da sinistra a destra”, che nel 2010 era stato collocato tra le logge del Caffè Pedrocchi. La struttura misura quindici metri di lunghezza ed è stata realizzata in acciaio cortén.  L’arco sarà collocato di fronte al Ponte dei Mugnai.

«L’obiettivo del nostro progetto» spiega Stefano Pirrone, direttore della filiale «è quello di riqualificare una zona degradata attraverso l’arte, per riconsegnarla alla città. Non abbiamo voluto aprire sedi nelle vie del lusso, ma nelle zone un po’ più a margine, per renderle musei a cielo aperto. Un investimento, finora, solo per le opere esterne è già stata di oltre un milione di euro, che è il valore dei soli due totem di Xhixha». Ma le opere esterne non sono che una piccola parte del lavoro messo in atto: «all’interno della filiale sono già esposte circa 300 opere di artisti contemporanei» spiega ancora Pirrone «e sulla piazzetta si affaccia una Galleria ancora in via di allestimento, ma già visitabile, che ne comprende altre duecento. Ed è tutto in espansione: a breve arriverà l’arco di Mauro Staccioli, mancato lo scorso primo gennaio. Stiamo definendo le autorizzazioni con il Comune e l’assessore Colasio ha già dato piena disponibilità».

«Stiamo studiando gli aspetti di sicurezza con gli uffici», conferma l’assessore alla Cultura del Comune di Padova, Andrea Colasio «ma mi hanno garantito che a breve daranno risposta positiva: l’attesa non durerà più di un mese».

Nel frattempo, la galleria di piazzetta Bussolin si è appena arricchita di una nuova opera, scelta fra le circa 100 inviate al concorso indetto dalla banca. Il vincitore è Danilo Corsetti, di Arce (Frosinone), oggi invitato a partecipare all’inaugurazione. «La mia opera è una sfida» spiega l’autore «io nasco figurativo e poi, un po’ per gioco, mi sono avvicinato all’astrattismo. Qui gioco con i numeri, cercando di renderli in modo artistico. Ho utilizzato in particolare il numero tre, che trovo artisticamente bello: comunque venga girato, è sempre inequivocabilmente un tre. Ho utilizzato diversi materiali: sacchi di juta usati per la torrefazione del caffè, catramina, bombolette spray, olio e acrilico. È tutto un assemblaggio». L’opera è stata momentaneamente esposta all’interno della Galleria, più avanti troverà collocazione definitiva all’interno della filiale.