Questionario sulla sicurezza della Provincia: tra analisi e flop

 

La presidente della Provincia Barbara Degani ha presentato oggi nella sala del consiglio provinciale i risultati del questionario sulla sicurezza. Il comunicato stampa con i risultati del questionario sono reperibili a questo link. Il questionario a cui hanno risposto 1600 cittadini di Padova e Provincia stabilisce che i padovani raggiongono la città in maggioranza in auto, che reputano la zona della città più insicura la stazione ferroviaria, che in maggioranza non vivono gli stranieri come un problema e che il problema di sicurezza più sentito è quello dei furti in abitazione. Nonostante la bocciatura delle politiche del Governo la stima nei confronti delle forze dell’ordine è alta. Fin qui la scoperta dell’acqua calda. Poi ci sono due punti: uno che stabilisce che in città, secondo gli intervistati che hanno riempito di loro iniziativa il questionario (ben diversa quindi dalla dinamica di un sondaggio) pensano che in città sia stato fatto poco o nulla per la sicurezza. Dall’altro che la Provincia, secondo i cittadini potrà fare ben poco per risolvere questa problematica.
Ivo Rossi, vice sindaco di Padova, non ha avuto bisogno di consulenti per rispondere alle conclusioni tratte dal questionario dalla Presidente Degani. Ha preso l’ipad ed ha registrato questo video (clicca qui per vederlo). A me preoccupano personalmente, da cittadino, due aspetti: la sorte politica  dell’assessore alla sicurezza Enrico Pavanetto, che nonostante un impegno che conosco ed apprezzo sul fronte della sicurezza, non esce bene dal giudizio popolare collegato al questionario. Dall’altra mi dispiace questo eterno braccio di ferro tra la presidente Degani e l’amministrazione comunale. Credo che i cittadini di Padova preferirebbero vedere i rappresentanti delle due istituzioni dialogare in maniera distesa sui temi in cui entrambi gli enti hanno responabilità di governo: centro congressi in Fiera e nuovo ospedale di Padova in primis. Padova certamente ne guadagnerebbe. Per la campagna elettorale, c’è tempo.

Alberto Gottardo