Nuovo reparto ospedaliero per i dentenuti, la soddisfazione del consigliere regionale Enoch Soranzo

 

“Se la civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri possiamo dire oggi che in Veneto abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, garantendo la salute e al contempo la sicurezza sia ai detenuti che soprattutto alle guardie carcerarie che negli istituti circondariale e di reclusione ci lavorano fianco a fianco con i detenuti. Io credo che sia importante la certezza della pena, ma al contempo che la pena sia giusta e non sia mai lesiva dei diritti dei cittadini che hanno compiuto reati e che stanno scontando la pena detentiva o sono in attesa di giudizio.
 La piena operatività del nuovo reparto di medicina protetta è un risultato del lavoro costante che abbiamo messo in campo facendo squadra con il Governo nazionale e con l’Azienda ospedaliera. Al sottosegretario Del Mastro che si è impegnato a sbloccare gli ultimi passaggi di questo percorso va il mio ringraziamento: a Padova questa struttura significa molto anche in termini di sicurezza per i degenti dei reparti ospedalieri che non dovranno più vivere situazioni di promiscuità con gli ospiti del carcere di via Due Palazzi”.

A dirlo il vice presidente del Consiglio Regionale Enoch Soranzo dando la notizia dell’inizio dell’attività del reparto di medicina protetta, la struttura fortemente voluta a Padova per permettere ai detenuti del carcere di poter accedere alle visite ed alle terapie ospedaliere in una struttura a parte e non più in condizioni potenzialmente pericolose per la sicurezza di tutti.
L’apertura del reparto, che si sostanzia di due stanze da tre letti ciascuno oltre ai servizi dedicati agli operatori della polizia penitenziaria, era stato promesso dal sottosegretario Del Mastro a margine di una recente visita alla casa circondariale di Padova su invito del vice presidente del Consiglio regionale Enoch Soranzo.
“Il diritto alla salute è garantito dalla nostra Costituzione che prevede inoltre che l’obiettivo della Repubblica non sia quello di buttare via la chiave, come spesso si sente dire populisticamente, bensì il recupero del detenuto. Io sono convinto che un servizio come questo restituisca dignità anche ai nostri operatori di polizia penitenziaria, uomini e donne che potranno quindi lavorare anche nel distaccamento presso l’ospedale in condizioni un po’ più agevoli e un po’ meno stressanti. A loro va sempre il mio personale ringraziamento come cittadino ancor prima che come Vice presidente della Regione: una fetta importante della nostra sicurezza è frutto dei loro sforzi”

o 2025

“Se la civiltà di un Paese si misura dalle sue carceri possiamo dire oggi che in Veneto abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti, garantendo la salute e al contempo la sicurezza sia ai detenuti che soprattutto alle guardie carcerarie che negli istituti circondariale e di reclusione ci lavorano fianco a fianco con i detenuti. Io credo che sia importante la certezza della pena, ma al contempo che la pena sia giusta e non sia mai lesiva dei diritti dei cittadini che hanno compiuto reati e che stanno scontando la pena detentiva o sono in attesa di giudizio.


 La piena operatività del nuovo reparto di medicina protetta è un risultato del lavoro costante che abbiamo messo in campo facendo squadra con il Governo nazionale e con l’Azienda ospedaliera. Al sottosegretario Del Mastro che si è impegnato a sbloccare gli ultimi passaggi di questo percorso va il mio ringraziamento: a Padova questa struttura significa molto anche in termini di sicurezza per i degenti dei reparti ospedalieri che non dovranno più vivere situazioni di promiscuità con gli ospiti del carcere di via Due Palazzi”.

A dirlo il vice presidente del Consiglio Regionale Enoch Soranzo dando la notizia dell’inizio dell’attività del reparto di medicina protetta, la struttura fortemente voluta a Padova per permettere ai detenuti del carcere di poter accedere alle visite ed alle terapie ospedaliere in una struttura a parte e non più in condizioni potenzialmente pericolose per la sicurezza di tutti.
L’apertura del reparto, che si sostanzia di due stanze da tre letti ciascuno oltre ai servizi dedicati agli operatori della polizia penitenziaria, era stato promesso dal sottosegretario Del Mastro a margine di una recente visita alla casa circondariale di Padova su invito del vice presidente del Consiglio regionale Enoch Soranzo.
“Il diritto alla salute è garantito dalla nostra Costituzione che prevede inoltre che l’obiettivo della Repubblica non sia quello di buttare via la chiave, come spesso si sente dire populisticamente, bensì il recupero del detenuto. Io sono convinto che un servizio come questo restituisca dignità anche ai nostri operatori di polizia penitenziaria, uomini e donne che potranno quindi lavorare anche nel distaccamento presso l’ospedale in condizioni un po’ più agevoli e un po’ meno stressanti. A loro va sempre il mio personale ringraziamento come cittadino ancor prima che come Vice presidente della Regione: una fetta importante della nostra sicurezza è frutto dei loro sforzi”