Rimpasto di Giunta: la fine del civismo di Sergio Giordani, ormai sindaco Pd. E non è per forza un bene

 

Ad una settimana dalle dimissioni del vice sindaco di Padova Arturo Lorenzoni, il sindaco Sergio Giordani ha presentato il rimpasto di Giunta che consiste in una nuova entrata nel Governo della città. Quello di Andrea Ragona, già presidente di BusItaliaVeneto e storico attivista di Legambiente. Ragona avrà la responsabilità della mobilità e dell’urbanistica padovana. A prendere il ruolo di vicesindaco Andrea Micalizzi, mentre nella riformulazione delle deleghe un nuovo ulteriore conferimento al nostro Diego Bonavina: sicurezza e polizia locale.
L’edilizia privata passa sotto la responsabilità dell’assessore Antonio Bressa.
Cosa capita in concreto? Da un punto di vista del funzionamento della macchina, abbiamo un vice sindaco che lo farà a tempo pieno, quando lo stesso non si poteva dire del vice sindaco uscente, in quanto Arturo Lorenzoni comunque non aveva mai lasciato il ruolo di docente (è professore associato) all’università.
Dal punto di vista politico cambia moltissimo: Micalizzi infatti proviene dal mondo del Pd di rito diessino, avendo fatto tutto il cursus honorum del perfetto prodotto della fucina ex Pci di via Beato Pellegrino. Presidente di quartiere di lungo corso a Mortise, entra in Giunta quando uno storico funzionario del Partito Comunista, poi Democratici di Sinistra, il compagno Mauro Bortoli, diventa consigliere regionale. Era sindaco Flavio Zanonato e Micalizzi viene da quel mondo lì. Da vent’anni nella pubblica amministrazione comunale, il nuovo vice sindaco non rappresenta nessuna novità, di fatto inserendosi nella tradizione più solida tra i partiti del secolo scorso. E questo potrebbe essere un elemento che indebolisce politicamente la maggioranza che regge Sergio Giordani, che data l’ingombrante presenza del portavoce già segretario provinciale del Pd Massimo Bettin, un vice del Pd appunto Andrea Micalizzi, può dirsi civico fino a un certo punto.
E chi di civismo ferisce, di civismo rischia di perire. Magari con una operazione civica di centrodestra. A guardare i cartelloni in giro per Padova c’è chi già pare scaldarsi per la prossima sfida.

Alberto Gottardo