Shopping di Natale in calo a Padova, ma non male in centro storico

 

Che sia andata peggio non vi è dubbio. Quanto però sia andata peggio è ancora tutto da decifrare.
“A Natale e a Santo Stefano – commenta il presidente dell’Ascom, Fernando Zilio – i negozi erano chiusi, per cui faccio fatica a credere che qualcuno abbia potuto raccogliere dati. Sul fatto, invece, che si sia trattato di un Natale austero credo che nessuno nutra dubbi al riguardo. D’altra parte sono mesi che i consumi sono in calo ed il Natale non poteva sfuggire a questa regola ferrea come non sfuggiranno i saldi prossimi venturi che, peraltro, sono già in corso, attingendo alla fantasia, in quasi tutti i punti vendita. In altre parole: una manovra da 60 miliardi poteva convincere i consumatori a non essere prudenti?”
Siamo insomma in fase recessiva, dalla quale non è detto che ci faccia uscire la cosiddetta “fase due” del governo Monti.
“Ovviamente – continua il presidente dell’Ascom – attendo anch’io di conoscere su quali leve farà forza il governo per ridare un po’ di fiducia al Paese. Temo però che si faccia troppo affidamento sulle parole d’ordine e poco sulle cose concrete. Mi spiego: le tanto decantate liberalizzazioni finora hanno colpito solo il mondo del commercio, ma anche se dovessero riguardare tutti, ma proprio tutti, siamo sicuri che liberalizzare significhi, automaticamente, avere dei vantaggi? L’assenza di regole, in un Paese come il nostro dove le leggi sono tantissime, ma tantissimi sono anche i modi per aggirarle, forse ha bisogno più di un rispetto delle norme che non di una liberalizzazione selvaggia”.
Ma torniamo ai consumi natalizi.
“La drastica riduzione del giro d’affari – continua Zilio – sicuramente ha interessato il comparto dell’abbigliamento-calzature e dell’arredamento-elettrodomestici, ma forse il dato più significativo è che l’unico settore che da tempo si mantiene in attivo, quello dell’elettronica di consumo, ha rischiato anch’esso di rimanere al palo”.
Se dunque anche tablet e cellulari di ultima generazione battono in testa significa che c’è veramente poco di cui stare allegri.
“La verità – aggiunge il presidente dell’Ascom – è che c’è un drammatico problema di liquidità che non sta risparmiando né le imprese né i consumatori”.
Dunque, tutto negativo?
“Non proprio – conclude Zilio -: un dato positivo c’è ed è legato al tempo che, mantenendosi clemente, ha favorito la presenza dei consumatori nei centri cittadini a scapito dei centri commerciali. Lo scopriremo nei prossimi giorni, ma è molto probabile che le due tipologie finiranno per registrare consuntivi diversi. Se così fosse, vorrebbe dire che almeno il meteo, quest’anno, ha giocato in favore del commercio tradizionale e non ha penalizzato il comparto della ristorazione”.