Soldi, estorsioni, un avvocato minacciato e un suicidio: la Guardia di finanza stronca una brutta storia veneta di “schèi”

 

Nella giornata di ieri militari appartenenti al Nucleo di Polizia Tributaria di Padova hanno eseguito:
2 ordinanze di custodia cautelare, una in carcere ed una agli arresti domiciliari, emesse dal Giudice delle indagini preliminari presso il Tribunale di Padova nei confronti di 2 coniugi residenti in provincia di Rovigo mandanti di un episodio di estorsione nei confronti di un avvocato padovano;
3 decreti di perquisizione nei confronti delle persone predette, destinatarie delle misure coercitive, e di un terzo soggetto, che aveva agevolato le condotte criminali contestate. La vicenda trae origine da un esposto-denucia presentato, agli inizi del 2016, da un imprenditore edile padovano, nel quale venivano evidenziati i comportamenti diffamatori e minacciosi, posti in essere nei suoi confronti, dagli anzidetti coniugi, indagati anche per esercizio arbitrario delle proprie ragioni e per diffamazione, per aver cercato di far valere le loro rivendicazioni in una controversia civilistica connessa alla stipula di un contratto preliminare per l’acquisto di due unità immobiliari, in San Vito di Cadore (BL), in via di ultimazione da parte dell’imprenditore padovano. Dopo circa un mese dalla denuncia dei comportamenti diffamatori, perpetrati anche tramite l’utilizzo dei social network, l’imprenditore padovano si suicidava.
Nonostante quanto accaduto, i due coniugi non mutavano il loro atteggiamento e continuavano nei loro intenti anche nei confronti della moglie dell’imprenditore defunto,
divenuta nel frattempo legale rappresentante dell’impresa edile patavina. In tale contesto, il legale incaricato di curare gli interessi della impresa veniva, a sua volta, minacciato con irruzione presso il suo studio da parte di due soggetti, i quali lo inducevano a rimettere il mandato affidatogli.