Solidarietà per il popolo libico: oltre 200 in piazza delle Erbe

 

Oltre 200 persone hanno partecipato questa sera ad una manifestazione di solidarietà al popolo libico organizzata dal Comune di Padova e dalle principali sigle
sindacali con l’adesione dell’università di Padova.
Sul palco della piazza hanno parlato il sindaco di Padova Flavio Zanonato ed i segretari provinciali di Cgil Cisl e Uil. Qui di seguito l’intervento del sindaco Flavio Zanonato alla manifestazione promossa dal Comune di Padova per dire basta ai massacri in Libia che si è tenuta oggi pomeriggio in piazza delle Erbe.
“Prima la Tunisia, poi l’Egitto, adesso la Libia (senza contare i focolai di rivolta che si sono accesi in tanti altri Paese del Nord Africa).  Il vento di libertà che spira da Sud sembra inarrestabile e non c’è dittatore né esercito che pare in grado di arrestarlo. La ragione è molto semplice: non è un’elite che si sta mobilitando, ma interi popoli, che dopo decenni di violenza, di oppressione, di povertà, hanno deciso di dire basta e di riprendere in mano il loro destino.
Di fronte a questa situazione, a questa strepitosa novità nel panorama internazionale, i paesi e i popoli occidentali non possono avere dubbi da che parte stare: dalla parte della democrazia e della libertà, dalla parte del popolo tunisino, del popolo egiziano, del popolo libico.
Nelle rivolte di questi giorni c’è una costante, che a mio avviso non è stato sufficientemente sottolineata: non è stata bruciata una sola bandiera americana, né una bandiera israeliana. Questo vuol dire due cose molto semplici: che il fanatismo islamico non ha alcuna egemonia su questi movimenti di liberazione e che, finalmente, gli Stati Uniti d’America e l’Occidente non vengono più visti come dei nemici, ma addirittura come dei possibili alleati.  Evidentemente l’atteggiamento di apertura di Barack Obama, il pugno americano che si apre e si trasforma in una mano tesa, lo straordinario discorso sulla democrazia pronunciato al Cairo dal presidente americano hanno lasciato il segno nei cuori di milioni di persone.
E poi c’è lo straordinario protagonismo delle nuove generazioni che, attraverso gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione (face book, twitter, blog e quant’altro), stanno cambiando il corso della storia. Queste sono le belle notizie che provengono dall’altra parte del mare.
Le brutte notizie le conoscete tutti: in ogni paese le strade sono state sporcate dal sangue, a causa della reazione di un potere che non ha esitato a sparare sul proprio popolo. Ma se in Tunisia e in Egitto il numero delle vittime è stato contenuto, in Libia si sta verificando una vera e propria strage.
Le vittime sono migliaia, i feriti decine di migliaia. Si sono riviste le fosse comuni, si racconta di aerei ed elicotteri che bombardano le città. Ecco noi siamo qui innanzitutto per chiedere che la strage si fermi.
Lo abbiamo detto lunedì scorso in un presidio davanti al Municipio, lo diciamo oggi qui in Piazza delle Erbe. La comunità padovana non è insensibile a ciò che accade a poche centinaia di chilometri da noi e, come sempre, si schiera per il rispetto dei diritti umani, per la promozione della libertà e della democrazia. Ci sentiamo fratelli di quei popoli, con i quali vogliamo vivere in pace e in amicizia, fornendo gli aiuti necessari ad uscire da decenni di tirannia e ad intraprendere il cammino della crescita sociale, civile, economica, culturale.  Parole ignobili pronunciate in questi giorni fanno più rumore dei sentimenti di fratellanza e di solidarietà che animano la stragrande maggioranza del popolo italiano.
Anche per questo abbiamo deciso di mobilitarci e desidero ringraziare i Sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e le Acli di Padova che hanno aderito con entusiasmo e convinzione a questa iniziativa. Così come desidero ringraziare i tanti cittadini che sono qui per ribadire il sostegno a chi si batte, a costo della vita, per conquistare diritti fondamentali che noi abbiamo ereditato dalla generazione che ci ha preceduto.
Qualcuno paventa il rischio che le vecchie dittature siano sostituite da regimi peggiori, guidati da estremisti islamici.
Non nego che questo pericolo ci sia, ma esiste un solo modo per scongiurarlo: stare al fianco di quei popoli e sostenerli nella loro lotta per la democrazia.
Abbiamo di fronte un’occasione probabilmente irripetibile: milioni di persone possono conquistare la libertà per propria scelta e non come imposizione esterna. (Abbiamo visto che esportare democrazia è una pericolosa illusione). Questa sarebbe la più grave sconfitta per il fanatismo religioso, che verrebbe battuto non dalle armi occidentali, ma dal volere del popolo che voleva indottrinare.
Un ultimo accenno alla questione dei profughi. Il nostro Paese non può non accogliere chi fugge dalla guerra e dalla persecuzione, ma non può farlo da solo. E’ tutta L’Europa che deve farsi carico di portare soccorso a chi sta soffrendo violenze indicibili. Certo è difficile che sia credibile in questa richiesta di aiuto all’Europa chi ha fatto dell’egoismo e della chiusura i propri valori di riferimento. E’ però vero che L’Europa deve giocare un ruolo da protagonista e dimostrare, finalmente, di essere un entità politica e non un insieme di stati tenuti insieme solo da interessi economici.
Sostenere i popoli del Nord Africa non è solo questione di altruismo, ma anche un nostro preciso interesse. Solo uno sviluppo più equilibrato del pianeta può eliminare il rischio di migrazioni bibliche e della diffusione di fanatismo e terrorismo.
Dipende anche da noi, da tutti noi, italiani ed europei, contribuire alla costruzione di un mondo più giusto, dove la pace e il benessere non siano una prerogativa dell’occidente ma diventino realtà ad ogni latitudine”.