Stop al nuovo ospedale di Padova, giudizio severissimo degli editorialisti

 

Giudizio più che severo degli editorialisti sui giornali dopo lo stop, voluto da Massimo Bitonci, al nuovo ospedale a Padova ovest. Filippo Tosatto firma un editoriale dal titolo “Policlinico europeo e occasioni perdute”. Ne riportiamo qualche riga:
Più che un’occasione perduta, il naufragio del nuovo polo della salute di Padova ha il tenore dell’addio sconsolante all’obiettivo di un policlinico dal profilo europeo.
L’ambizione, coltivata da molti anni, contava asset importanti. Un progetto definito, senz’altro discutibile ma realistico e largamente condiviso; una congrua dotazione di risorse, non condizionata dall’adozione del discusso project financing; e un’area, quella a ridosso dello stadio Euganeo, che richiede certo una bonifica idraulica ma raddoppia la superficie utile rispetto all’asfittico sito attuale, garantendo ossigeno a cura, didattica e ricerca. Nulla da fare. L’opposizione irremovibile del sindaco Massimo Bitonci, cui spetta l’ultima parola sul versante urbanistico, ha prevalso sulla volontà congiunta di Regione, Università, Azienda Ospedaliera, Provincia. È il caso di rievocare le note dolenti che nel 2006 spinsero il direttore generale dell’Azienda a sollecitare alla Giunta Galan la costruzione di un nuovo polo: frammentazione degli edifici con didattica e ricerca disperse in un sistema edilizio articolato in due monoblocchi; incessante peregrinazione di malati, medici e materiali tra i padiglioni; insufficienti garanzie di sicurezza, anche sul piano delle norme antincendio; fabbricati vetusti e malconci; assenza di parcheggi e di servizi dignitosi. Ad oggi, non una di queste problematiche ha trovato soluzione. Semmai, il disagio complessivo si è acuito e l’inadeguatezza strutturale di un «hub» che si vorrebbe d’eccellenza, appare lampante, così come il disagio di molti professionisti, sempre più tentati dalle sirene di Verona e Treviso, concorrenti in costante crescita.

Dello stesso tenore l’editoriale di Giovanni Viafora in prima pagina sul Corriere del Veneto di oggi. Il titolo dell’editoriale è “La politica debole”. Qui di seguito il testo dell’editoriale:

La città del Santo alla fine non avrà né un nuovo ospedale, né potrà contare sulla ristrutturazione dell’attuale polo universitario, che ormai mostra il peso degli anni. È l’epilogo di una vicenda che ha fatto emergere tutta la debolezza di una politica, che, sull’altare dell’indecisione e del piccolo tornaconto, ha sacrificato la possibilità per i padovani di garantirsi per i prossimi anni un’assistenza ospedaliera di eccellenza.
A giudicare dagli avvenimenti degli ultimi mesi, per altro, l’impressione è che tale debolezza sia innanzitutto di metodo, prima ancora che di sostanza: si parla, qui, per esempio, della fragilità di una politica che, intimorita dal pregiudizio inquisitorio (o, chissà, forse, da un senso di colpa), non è più in grado di garantire un percorso «legale» ad un’opera pubblica (per cui «non si fa più niente, perché c’è il timore che possa succedere qualcosa »); o che si appella allo strumento della consultazione referendaria, per spogliarsi di un compito di responsabilità invece ben preciso (lo hanno fatto nell’ultima campagna elettorale a Padova due candidati di opposti orientamenti, Francesco Fiore della lista Padova 2020 e Maurizio Saia, oggi vicesindaco della giunta Bitonci); o, ancora, che non riesce a creare piattaforme programmatiche condivise, almeno all’interno di una stessa coalizione (sul nuovo ospedale il centrosinistra si è letteralmente spaccato, perdendo in sostanza le elezioni; ma ancora peggio ha fatto la Lega, con la dissennata contrapposizione tra il governatore Zaia e il sindaco Bitonci, al netto ovviamente delle singole responsabilità).

In un quadro simile, dove la politica dunque sembra aver abdicato ai propri doveri (clicca qui per continuare a leggere)

Dario Di Vico, editorialista del Corriere della Sera, fotografa con un tweet che riportiamo qui sotto la situazione attuale circa il nuovo ospedale di Padova