Un anno fa il suicidio dell’imprenditore Giorgio Zanardi, ricordato con una preghiera dai suoi operai che hanno fatto ripartire la fabbrica

 

Giorgio Zanardi è morto un anno fa. Si era impiccato all’alba nella fabbrica che assieme ai fratelli aveva fatto nascere e crescere in corso Venezuela, di fianco a Villa Barbieri. In pochi anni, quelli della crisi, quella grande struttura era passata dal diventare un orgoglio ad un insopportabile peso. E così Giorgio Zanardi non ha retto alla prospettiva di dovere arrendersi, portare i libri in tribunale e soprattutto dover licenziare i suoi operai. E proprio quelle persone che in Giorgio Zanardi vedevano molto di più un compagno di lavoro anzichè “el paron” della fabbrica, oggi a mezzogiorno si sono riuniti in preghiera con don Enzo sinigaglia ed hanno pregato per l’amico Giorgio. In dodici mesi gli operai sono riusciti a far ripartire la produzione. Arrivano delle commesse, dagli stati uniti e dall’Arabia Saudita. Si producono libri per il National Geographic, cliente storico della editoriale Zanardi, e volumi di ogni genere. “Dobbiamo trovare la maniera di rendere la nostra vita profumata, nonostante le cicatrici” ha detto padre Sinigaglia. Alla Zanardi oggi c’era il profumo della carta e dell’inchiostro. Il profumo di una speranza e della dignità del lavoro. 

 

Alberto Gottardo