Ventimila al Flormart, ma a Padova qualcosa è cambiato

 

“Occhio c’è il Flormart”. Me li ricordo ancora i cartelli su via del Plebiscito. Abitavo lì vicino e che c’era il Flormart te ne accorgevi anche senza cartello: c’era una colonna di auto impressionante, e mezza città bloccata dall’Arcella fino a Padova est. Oggi non è stato così, sebbene facciano sapere dalla Fiera che i ventimila del primo giorno forse erano qualcuno di più. Merito degli espositori certo, che magari si sono resi conto che è meglio usare i parcheggi scambiatori in zona corso Australia ed andare di bus piuttosto che far ebollire l’acqua nel radiatore dell’auto fino agli ultimi cento metri, ma arrivando due ore dopo. Ma merito anche del nuovo ponte Unità d’Italia, che certo è nato zoppo della pista ciclabile, ma c’è. E funziona. I lavori erano in ritardo, ma il parcheggio dietro al tribunale è stato aperto lo stesso, ed ha aiutato molto, come anche il park Mantegna o come diavolo si chiama, quello rosso davanti al Piazzale Boschetti. Insomma tutte opere fatte negli ultimi anni e che permettono tra l’altro di andare anche su Padova ovest senza attraversare per forza le vie di quartiere dell’Arcella e sfogare così della metà il traffico. Bene. Così com’è l’asse viario si può anche pensare di tenercela stretta la Fiera di Padova, che con 20mila visitatori al giorno di cui metà da fuori regione vogliono anche dire ristoranti, alberghi, taxi, negozi che lavorano. Di questi tempi un effetto collaterale davvero ben venuto. Visto che non si accomapgna al traffico da delirio che rimane un lontano ricordo del tempo che fu. E pensare che sono passati solo pochi anni. Padova è davvero cambiata. In meglio una volta tanto

Alberto Gottardo