Via Trieste cambierà volto: oltre al progetto del Comune ci sono imprenditori che amano Padova

 

Ci sono un buon progetto, un iter amministrativo faticoso concluso e due assessori che credono molto nel rilancio di via Trieste. Ma l’ingrediente decisivo che renderà vincente questa nuova pagina per la strada che congiunge viale Codalunga e corso del Popolo sono gli imprenditori che in questi hanno creduto e tenuto duro in una via difficile.
Molti sono italiani di nascita, altri lo sono diventati. Dietro all’assessore Antonio Bressa ed al suo compagno di giunta Andrea Micalizzi, ci sono Amgiad Sbahi, nato e cresciuto a Padova da genitori di nazionalità siriana, che dopo aver prestato servizio in aeronautica, ha aperto con il fratello Mohamed il negozio Paprika. Una scommessa vinta la loro nonostante la diffidenza sputata loro contro anche a mezzo stampa un paio d’anni fa.
Poco distante da Amgiad c’è un altro “straniero”: Treco Marciano, fondatore anni fa del primo Bomboi in via Rismondo e poi trasferitosi circa quattro anni fa proprio in via Trieste. Un anno fa la sua attività prese un migliaio di euro di multa per aver posto davanti all’entrata del ristorante brasiliano due palme. Senza autorizzazione, scrissero inflessibili i vigili urbani. Cose da far gettare la spugna a chiunque, ma non a Treco, che di Rocky Marciano ha certamente la tenacia e la dote di incassatore.
Sono sicuro che via Trieste tornerà a brillare, perchè oltre agli alberi, ad una nuova illuminazione ed alla demolizione dell’ex sede Avis, finalmente Treco ed Amgiad avranno una piazzetta estiva dove poter sfogare tutta la loro voglia di rendere Padova ancora più bella. La loro, la nostra città, al di là di qualche imbecille che continua a considerare persone come Treco e Amgiad persone da ostacolare in nome di un razzismo che troppo spesso gli ipocriti del “non sono razzista però” non hanno neanche il coraggio di espicitare.

Nota a margine: Mi spiace proprio che Franco Tanel dell’ufficio stampa del Comune continui ad ostracizzarmi. Dall’ufficio altri funzionari mi fanno la cortesia di informarmi di almeno parte dell’attività pubblica degli assessori di riferimento (e di questo ringrazio in particolare Massimo Zilio e Sabina Scatolini).
Avrà buon gioco il “capo” ufficio stampa a spiegare ai suoi superiori che lo fa perchè io, essendomi dimesso dall’ordine dei giornalisti, non ho più formalmente la qualifica di giornalista. Ed infatti ora il mio ruolo è tenere questa sorta di diario personale della Padova vista a modo mio, in questo sito internet, e fare l’ufficio stampa per alcune aziende, oltre ad alzarmi tutte le mattine alle 5 per essere a Radio Padova in orario per l’inizio del Morning show alle 6.30 dove partecipo in qualità di opinionista. Lunedì avremo ospite il vice sindaco Arturo Lorenzoni, non fatelo sapere al capo ufficio stampa, che magari si arrabbia. Eppure è lo stesso che in campagna elettorale mandava a rotta di collo comunicati e foto. Come cambiano alcune persone, quando viene dato loro un piccolo, temporaneo, potere.