Cari amici di Coalizione civica e del Pd, troppo facile scaricare le (vostre) colpe su Massimo Bitonci

 

Si sono persi anni inutilmente. Vero. E’ tutta colpa di Massimo Bitonci. Falso.
C’è una serie di cose non dette e anche qualche bugia, nelle posizioni del centrosinistra padovano, alle prese con la fase digestiva di un dato di fatto inoppugnabile: dice una verità Gianni Berno, che era capogruppo del Pd anche nel 2013 e 2014 quando una gran parte dei suoi alleati “arancioni” facevano le passeggiate di protesta proprio sullo stesso percorso dove il vice sindaco Arturo Lorenzoni ora racconta che il tram deve passare in maniera ineluttabile. Scrive Berno in una nota congiunta con il segretario cittadino Davide Tramarin che “Occorre coraggio per lasciare ai nostri figli una città migliore in linea con gli standard di tante città europee“. Quello stesso coraggio che mancò proprio in consiglio comunale al centro sinistra di allora, ostaggio politicamente ed anche psicologicamente del nucleo iniziale della costola ambientalista. Chiara Gallani, attuale assessore all’ambiente militava già in Padova2020 come il compagno di coalzione del centrosinistra Nicola Rampazzo. Fu proprio Rampazzo a trattare con Ivo Rossi e gli attuali componenti dell’amministrazione Antonio Bressa (all’epoca segretario del Pd e ora assessore) e Massimo Bettin (segretario provinciale del Pd nel 2014 ora portavoce del sindaco), ed erano presenti insieme con Ivo Rossi la sera in cui Padova2020 decise, caso unico in Italia, di rompere il patto delle primarie e correre comunque in antitesi al Partito Democratico. Le cause di quella rottura le riporta in questo articolo del Gazzettino Mauro Giacon.
Riportiamo uno dei passaggi principali: ” ma di certo non era accettabile per i democratici modificare il percorso del tram per salvaguardare una pista ciclabile, perdendo 70 milioni di euro di finanziamento come chiedevano da 2020“.(clicca qui per leggere l’intero articolo )
Tutto da capire con che faccia ora gli stessi protagonisti dello strappo che fu la premessa per l’elezione di Massimo Bitonci, possano votare in Consiglio comunale lo stesso tracciato su cui sacrificarono l’unità del centrosinistra. Evidentemente esiste un ambientalismo di lotta e uno di governo. Certo poi resta capire la dignità politica costoro, dove l’abbiano mai persa, se mai l’abbiano avuta. Scrive nella nota del Pd Davide Tramarin: Lorenzoni ha fatto bene a commissionare lo studio per permettere ai cittadini di visualizzare quel passaggio così delicato“. Quello studio ricalca pedissequamente le conclusioni tratte, gratis, da Amedeo Levorato, presidente di Aps mobilità in quegli anni in cui tutti gli altri, da Legambiente a Padova2020 agli attuali esponenti politici di estrazione rifondarola ed area Pedro, dicevano che quel tracciato era sbagliato, che era impattante, che non si poteva distruggere quell’area con cemento ed acciaio. Tra i pareri di allora di Levorato e lo studio voluto da Arturo Lorenzoni c’è una lieve differenza: parcelle per 60mila euro per arrivare a una conclusione che quattro anni dopo è la stessa contro cui Rampazzo, Gallani e altri, hanno organizzato una dozzina tra conferenze stampa e manifestazioni. Almeno Francesco Fiore ha avuto la decenza di lasciare la politica attiva ed andare a piazzare moneta complementare in giro per il Veneto. Anche Amedeo Levorato, che pure ha sempre tenuto in ordine i conti di Aps ed in efficienza il tram, ben prima di essere stato sacrificato in Consiglio di amministrazione in favore delle cosiddette quote rosa, si è trovato un’altra occupazione. Stessa cosa ha fatto anche Ivo Rossi, protagonista negli ultimi anni al ministero degli Affari regionali del gruppo di lavoro sulle nuove autonomie regionali. E se ne sarà fatto una ragione se nessuno di coloro che hanno contribuito a farlo perdere nel 2014, gli ha riconosciuto nemmeno la dote dell’onestà intellettuale e dell’aver saputo tener duro su un progetto talmente sbagliato che ora i suoi avversari di un tempo sono costretti ad attuarlo identico. Dote, quella della coerenza e di essere persone vere, che evidentemente non paga, visto come sono stati ricompensati poi sia Rampazzo che i compagni di Padova2020. Autocritica? Zero. Chissà quali saranno le motivazioni con cui i duri e puri dell’ambientalismo in zona Iris spiegheranno ai propri elettori la fantasmagorica inversione a U. Dubito che ci sarà mai una parola di scuse, per questo tempo perso. Tutta colpa di Bitonci? Amici arancioni, il tempo perso è anche colpa vostra.

Alberto Gottardo