Checco Spagnolo da Camposampiero alla Nazionale di rugby

 

Una bella storia di valori e di rugby che inizia in provincia di Padova, per la precisione a Camposampiero, e finisce in Nazionale.
E’ quella di Mirco Spagnolo, classe 2001 pilone sinistro attualmente in forza al Petrarca Rugby, convocato come esordiente dal commissario tecnico della nazionale Kieran Crowley per il raduno di preparazione in vista del prossimo Sei Nazioni, che per gli azzurri inizierà il 5 febbraio contro la Francia allo stadio Olimpico di Roma.
1 metro e 83 centimetri di altezza per 110 chili di forza e muscoli, la sua storia rugbistica parte da Camposampiero, nel cuore dell’alta padovana.
Qui nel 2007 Antonio Cavallin ha fondato il Checco Camposampiero Rugby, club nato in seguito ad un doppio fattore legato ai suoi figli: il più grande, Attilio, curioso di cimentarsi con la palla ovale nei primi anni della sua vita; il secondo, Francesco, scomparso tragicamente in un pomeriggio di aprile dello stesso anno.
Un dramma improvviso che inevitabilmente cambia la vita ma che ha stimolato Cavallin ha spendersi per il proprio territorio.

“E’ nato tutto da una sfida personale – racconta Cavallin – siamo partiti con cinque bambini e ora abbiamo Mirco Spagnolo che è cresciuto da noi ed è stato convocato dalla nazionale maggiore. Il sogno è quello di diventare una realtà di riferimento per il rugby nel padovano”.

Affrontare una situazione dolorosa modificandola in qualcosa di positivo, Antonio Cavallin ha lavorato dietro le quinte creando qualcosa di nuovo e significativo per i circa 12mila abitanti di Camposampiero e per i piccoli bambini e bambine che vogliono cimentarsi con questo sport.

“A stagione in corso, nel febbraio 2015, Mirco si è avvicinato al Checco Camposampiero. Ci siamo accorti subito delle sue potenzialità: aveva tanta voglia di fare e doti fisiche non indifferenti. Si è inserito a perfezione nel contesto ed è amico di tutti. Ogni volta che può passa a salutarci”.

Spagnolo, che con il Petrarca gioca nel Top 10 il massimo campionato italiano, ha mantenuto un rapporto speciale con la società “Mi sono avvicinato al rugby per caso. Ne avevo sempre sentito parlare. Quando ho provato… non sono andato più via dal campo. Giocare a Camposampiero è stato davvero speciale. Quando i miei genitori non potevano accompagnarmi agli allenamenti c’era sempre un membro della società che si rendeva disponibile per portare i giocatori al campo. Sono molto legato ai miei ex compagni e a tutte le persone che lavorano per il club.”

Anche in questa nuova avventura e sfida Spagnolo avrà dei fan speciali, i suo ex compagni di “Checco Camposampiero”.