Cia Padova sul nodo camere di commercio: “Accorpate non chiuse”

 

Un accorpamento delle camere è possibile, purchè ciò avvenga salvaguardando la piena rappresentatività delle aree interne e rurali, che rischierebbero di venire schiacciate da quelle metropolitane nell’ipotesi di uniche camere regionali. La Confederazione prende una posizione chiara sul disegno di legge che l’Esecutivo si è impegnato a varare entro un anno, che prevede cambiamenti profondi e non indolori per le camere di commercio italiane, a partire dal dimezzamento dei diritti camerali versati dalle imprese. “Siamo assolutamente contrari all’eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle camere di commercio, che corrisponderebbe alla soppressione del sistema – sottolinea il Presidente di CIA Padova, Roberto Betto – Siamo convinti serva una significativa riforma, per assicurare servizi alle Pmi agricole, in particolare nel campo del credito, della promozione dei territori e delle nostre filiere, del ricambio generazionale e dell’innovazione, ma le camere di commercio devono mantenere la loro natura di enti pubblici, autofinanziati e autogestiti dalle imprese. Inoltre, i servizi sussidiari svolti dalle camere, a partire dalla tenuta dei registri delle imprese, oggi sono indispensabili per accrescere l’informazione e la trasparenza del nostro sistema economico”. Secondo al CIA la riforma deve essere basata su tre linee di azione: ridefinizione della mission, adeguandola alle attuali esigenze delle imprese; accorpamento mirato delle camere di commercio; riduzione dei costi e crescita dell’efficienza economica.