Cibo sequestrato al centro ingorsso Cina di corso Stati Uniti: l’allarme Ascom sui rischi per la salute

 

Lo schifo è grande ma l’indignazione ancora di più. Non che all’Ascom avessero dubbi sul fatto che al Centro Ingrosso Cina i commerci di ogni tipo fossero all’ordine del giorno (la battaglia intrapresa dall’associazione di piazza Bardella dura ormai da anni), ma leggere di “alimenti insudiciati, invasi da parassiti, in stato di alterazione o comunque nocivi” trovati in abbinata a “escrementi di topo” e “blatte non vitali” disseminate sul pavimento e comunque frutto di una “essiccatura” fatta in casa con metodi a dir poco affatto ortodossi, ha offerto al presidente Patrizio Bertin l’occasione non solo per ribadire la sua convinzione che il centro vada chiuso, ma anche per porsi qualche domanda sui rischi che attività “coperte” ma ben presenti nel territorio possano costituire un pericolo per la cittadinanza.
“Già un anno fa – mette in luce Bertin – nel corso della nostra manifestazione in favore della legalità, avevamo messo in guardia dal rischio che il contatto con certi prodotti produce per la salute. I sequestri, anche recenti, della Guardia di Finanza hanno confermato tutto questo segnalando la pericolosità di certi materiali con i quali entrano in contatto soprattutto i bambini, ma non solo. Adesso però, a fronte delle notizie che hanno riguardato la palazzina esplosa al Portello e la bombola di gas di San Gregorio viene da chiedersi a quali rischi siamo esposti se pensiamo a quanti e quali possono essere gli appartamenti dove vengono effettuate pratiche illecite e pericolose”.
Rischi sui quali era intervenuto anche l’allora Prefetto Sodano con la chiusura temporanea di alcuni locali e non più tardi dei giorni antecedenti il Natale, si erano anche spesi l’assessore regionale Elena Donazzan ed il presidente della Camera di Commercio, Fernando Zilio che, a margine di un convegno sui rischi dell'”economia cinese”, avevano puntato il dito contro la “cittadella dell’illegalità” sorta in zona industriale.
“Purtroppo – conclude Bertin – qualcuno continua a difendere l’indifendibile con distinzioni che trovano il tempo che trovano. La verità è che l’illegalità, negli ingrosso cinesi, è assurta a prassi. E ogni giorno ne abbiamo conferma. Con tutti i costi sociali che la comunità è costretta a sopportare per causa di queste attività”.