Claudio Sinigaglia da palazzo Moroni al Consiglio Regionale per continuare la politica di sport e sociale

 

Da Claudio Sinigaglia, candidato al Consiglio regionale riceviamo e pubblichiamo:
La significativa e utile esperienza che ho maturato nel servizio amministrativo nel Comune di Padova è il punto di partenza della mia candidatura alla Regione Veneto.
La gestione delle deleghe relative a Politiche per la Casa, Servizi sociali, Sport, Decentramento amministrativo e la funzione di Vice sindaco, il dialogo continuo con l’associazionismo, il volontariato, le cooperative e il privato sociale, mi hanno fatto sperimentare e comprendere quanto lo sviluppo di una città e del territorio  sia collegato con ciò che la Regione legifera e finanzia.Guarda il filmato della presentazione della sua candidatura al Pedrocchi
Certo, se la Regione Veneto , invece di indirizzare e programmare,   accentra su di sé la gestione,  demolisce  l’autonomia degli enti locali, ma soprattutto l’efficacia e l’equità degli interventi.

Per questo, vorrei contribuire a riportare la Regione al rispetto del principio di sussidiarietà, anche mediante un effettivo rispetto delle volontà e delle capacità degli Enti locali.
Una Regione che accentra è l’opposto del tanto sbandierato federalismo.
Gran parte del bilancio regionale è riservato oggi alla funzione  socio-sanitaria.

Dei 10 miliari di euro circa del bilancio generale, 7,3 sono a carico della sanità e altri 700 milioni circa, a carico dei servizi sociali. L’80% circa del bilancio è quindi sociosanitario!
Eppure, da quasi 15 anni manca la programmazione dei servizi sociosanitari nella Regione del Veneto! Incredibile. Ad ogni cambio dell’assessore alla Sanità – e ne sono stati cambiati tanti (quanti dei non addetti ai lavori si ricordano come si chiama l’attuale?) – viene presentata la bozza del nuovo/nuovo/nuovo piano socio-sanitario che, dopo un ampio confronto sulle linee generali, rimane nel cassetto. Diviene normale quindi che anche la modifica del territorio dell’Ulss 16, con l’acquisizione dei 9 Comuni della Saccisica, avvenga su spinta dal basso, per merito dell’impegno dei Sindaci, e non da una seria e lungimirante programmazione!

Avremo le Ulss provinciali? Per risparmiare? E la qualità dei servizi ai cittadini? E la gestione distrettuale? E la centralità della conferenza dei Sindaci? Mah…
Continuiamo a rinviare scelte importanti e stiamo, di conseguenza, perdendo Qualità in prestazioni e servizi, con ingiustificate liste d’attesa!
Surrettiziamente a vantaggio della sanità privata!
La popolazione veneta, 4,8 milioni di abitanti circa, vede ormai gli anziani attestarsi attorno al 20/23 %. Una percentuale elevatissima. Ciò richiede piu’ risorse per l’assistenza domiciliare, per i centri diurni, per gli assegni familiari, per i soggetti colpiti da non autosufficienza, da demenza senile, dall’Alzheimer.

Richiede la riforma delle Ipab, delle Case di Riposo, divenute ormai un ospedale geriatrico diffuso, riservate esclusivamente a non autosufficienti gravi e gravissimi.
Perché siamo l’unica Regione in Italia a non aver adempiuto alla Riforma dei servizi sociali prevista dalla legge 328 del 2000? È un grave ritardo che sta causando costi elevatissimi alle famiglie che devono inserire un loro componente in casa di riposo, il cui servizio costa dai 3.000 ai 3.500 euro al mese (tra spesa sanitaria e alberghiera).
L’aver approvato il Fondo per la non autosufficienza, senza averlo sostenuto con adeguati stanziamenti significa aver semplicemente trasferito gli interventi esistenti in un unico contenitore chiamato Fondo per la non autosufficienza! Nessuna aggiunta, nessuna nuova progettualità!

Un discorso a parte merita l’attenzione nei confronti delle persone disabili. Si rischia di non garantire piu’ i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), per mancanza di risorse. Le spese per i Comuni stanno divenendo sempre piu’ elevate e alcuni disabili non vengono piu’ inseriti nei Ceod o nelle Comunità residenziali! Una Regione che ha sempre garantito integrazione e qualità in questi servizi sta compiendo pericolosi passi all’indietro.
L’attuale situazione di grave crisi economica e occupazionale deve porre al centro delle politiche, la famiglia. Perché, invece, sono drammaticamente diminuiti i trasferimenti per i servizi a favore dell’infanzia, quali gli asili nido e le scuole materne?
Perché sono stati tagliati i fondi per i giovani?
Perché sono stati dimezzati i trasferimenti per promuovere l’affido?
Perché non è piu’ finanziata la Legge. ex 285? Il sostegno alla genitorialità, che mai come oggi servirebbe, è sulle spalle degli enti locali, sempre le stesse, mentre  la Regione Veneto si è defilata   per quanto riguarda la prevenzione, il patto educativo, l’ integrazione.
Occorre maggiore attenzione ai giovani attraverso il sostegno alle società sportive, attualmente in difficoltà e senza sponsor, con l’attivazione di un Piano decennale di investimenti sull’impiantistica sportiva, di primo livello e di base.

I tagli operati sui servizi sociali, anche se alcune volte dipendono dalla diminuzione dello stanziamento del governo centrale a favore del Fondo nazionale per le politiche sociali, sono ingiustificabili, perché è  proprio oggi che sono maggiormente necessari.
Questa è la testimonianza di quanto lontana sia stata la Regione Veneto dalla comprensione dei bisogni dei propri cittadini.
Ciò che preoccupa maggiormente sta diventando però la diffusione dell’atteggiamento difensivo, di chiusura, di esclusione sociale, culturale e poi politico. La nostra Regione non si è mai comportata cosi’: oggi, invece, si confondono i poveri con la povertà.

Mentre la povertà va combattuta con ogni mezzo, i poveri devono essere aiutati. Invece, ahinoi, i poveri sono sempre piu’ criminalizzati, disprezzati ed emarginati. Non si agisce sulla ricerca e sull’analisi delle cause della povertà, non si contrasta la povertà facendo sistema con la rete del volontariato e dell’associazionismo diffuso!
Non si interviene tempestivamente nei casi di sopraggiunta imprevista povertà, collegata a perdita del posto di lavoro o alla crisi dell’impresa. Si preferisce il ripudio intollerante del povero. Colpevole! Italiano o straniero che sia.
Non a caso sta aumentando Il numero di persone che ritiene insostenibile il fallimento economico e, travolti dalla preoccupazione e dalla disperazione, non trovando adeguati aiuti, si tolgono la vita.
La Regione Veneto deve dare nuovo impulso all’occupazione attivando il Piano energetico in direzione della green-economy per diventare la Regione verde d’Europa. Dicendo un ragionato no al nucleare e potenziando gli interventi a favore dell’energia alternativa.

Fa da apripista Padova, in cui si produce il 60% dei pannelli fotovoltaici in Italia. Da questo si tragga spunto per percorrere scelte di sostegno alla produttività a favore dell’ambiente e della salute di tutti i cittadini, con notevoli vantaggi economici.
Lo Statuto della Regione Veneto: un’altra incompiuta! L’occasione per rilanciare il Veneto tra le Regioni laboratorio e  più avanzate dal punto di vista istituzionale è stata clamorosamente fallita: un’altra pesante eredità lasciataci dal Governo Galan!
Tutte queste sono le ragioni della mia scelta di candidarmi a consigliere regionale per le liste del PD nelle elezioni del 28 e 29 marzo. È indispensabile cambiare rotta per rendere il nostro Veneto una Regione migliore, che guarda al futuro, che non ha paura dei cambiamenti socio-economici perché sa comprenderli e governarli.

Il PD deve assumersi la responsabilità di rendere tutti consapevoli, cittadini, forze sociali, culturali ed economiche, del pericolo di una guida leghista della Nostra Regione.
Non possiamo rischiare di essere governati da chi guarda al passato, da chi fomenta conflittualità ed esclusioni sociali, da chi predica il protezionismo in economia.
L’accogliente e ricco Veneto non merita di essere succube della scelta di Bossi-Berlusconi. Il  Veneto dice NO a questo patto!

Al PD il compito di dare la sveglia!!
Al Popolo Veneto la responsabilità del voto.
A Giuseppe Bortolussi il compito di governare!!

Claudio Sinigaglia