Claudio Sinigaglia: la Lega sbugiardata dalle sue stesse contraddizioni

 

Su come si debba governare il fenomeno dell’immigrazione gli esponenti veneti del Carroccio (Bitonci, Conte e Mazzetto) sono bacchettati dai loro stessi leader, ma ciononostante insistono.
Non è loro bastato che ieri Maroni dalle colonne del Corriere della Sera elogiasse senza indugio la politica per l’integrazione messa in atto in via Anelli dalla giunta Zanonato, né basta loro evidentemente che oggi sia lo stesso Umberto Bossi a bacchettare sulla stampa l’europarlamentare e collega di partito Matteo Salvini che invocava rastrellamenti in quartieri difficili come quella Via Padova a Milano.

Leggendo l’annunciato “Piano per l’integrazione: identità e incontro” del ministro Sacconi mi vien da dire che hanno scoperto l’acqua calda. Per anni il centro sinistra, e in particolare i cattolici impegnati in politica, sono stati accusati di buonismo dal centro destra; oggi ci sentiamo dire quello che andavamo ripetendo da anni: serve un nuovo modello sociale che non voglia solo le braccia degli immigrati ma che accolga anche le persone, anche il diverso. Il futuro della nostra società passa inevitabilmente per questa linea.
Ciò vuol dire innanzitutto colpire chi delinque,soprattutto chi spaccia, che io manderei subito via, e vuol dire far rispettare la legalità, questo lo pretendiamo con forza, ma vuol dire anche valorizzare e dare dignità a quei – molti – cittadini stranieri che risiedono regolarmente e lavorano nella nostra regione.

Gli immigrati registrati all’anagrafe patavina sono ormai il 13,3% della popolazione residente; in Veneto gli stranieri sono il 6,4% del totale e nel Nordest vivono – secondo le stime di Fondazione Nordest – circa il 16-17% degli stranieri presenti nella penisola, quasi 600mila stimando anche gli irregolari. Secondo il rapporto dell’Osservatorio immigrazione del Veneto gli stranieri nella nostra regione sono il 10% della forza-lavoro e nei lavori domestici e nell’assistenza alle famiglie arrivano addirittura all’80%.
Peccato che gli esponenti della Lega locale non abbiano studiato la lezione dei loro maestri. Lo confermano non solo i contenuti delle loro dichiarazioni ma anche i loro slogan nei manifesti elettorali. Frasi del tipo “In Veneto per i Veneti” o “Prima il Veneto” inneggiano in modo evidente a conflittualità sociali e rimarcano quel “solo noi” che abbiamo sentito già in tante occasioni: ronde, residenze negate,…. Tanto poi pagheranno le nostre comunità, incapaci di convivere civilmente e di crescere nell’integrazione e nel confronto reciproco. Altro che “Piano per l’integrazione”. Più che “incontro” nelle loro dichiarazioni mi pare ci sia ancora una volta soltanto lo “scontro”. Non è che le dichiarazioni di Bossi, Maroni e Sacconi siano solo un modo per travestire il lupo da agnello?

Claudio Sinigaglia