Confartigianato lancia anche a Padova la campagna “Fisco? Roba da matti”

 

Anche l’associazione di Padova prende parte alla protesta promossa da Confartigianato del Veneto contro gli adempimenti di impatto fiscale, che rischiano di essere un vero salasso per le imprese.
Tutte le associazioni aderenti al sistema Confartigianato chiedono un passo coraggioso sul fronte del fisco e della burocrazia. Portano avanti una campagna che hanno voluto chiamare in modo evocativo Burocrazia e Fisco?” Roba da Matti, slogan che hanno stampato anche su “camicie di forza” che diventeranno il simbolo di uno Stato che imprigiona le imprese e che si comporta in modo schizofrenico.
Questa mattina, 13 novembre, una delegazione di Confartigianato Padova, guidata dal Presidente Boschetto ha consegnato al Prefetto un dossier con le richieste di emendamento al Decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2018, proposte da Confartigianato.

“Le imprese non possono continuare a pagare, in modo sempre più complicato e costoso e sempre più anticipatamente, imposte quando poi i propri crediti non sono riconosciuti tali o veritieri – spiega il Presidente di Confartigianato Padova Roberto Boschetto – Non ci stiamo ad essere considerati, a priori, evasori salvo prova contraria. La logica della “cassa” sta destrutturando la nostra economia per via normativa. Non siamo d’accordo e non lo accettiamo”.

“Per questo -prosegue- abbiamo avviato un’azione di protesta e stamattina abbiamo consegnato al Prefetto di Padova Renato Franceschelli le nostre richieste al Governo. Dopo di che attraverso il “sistema associativo” di Confartigianato Imprese Veneto -che ricordo essere la seconda rete veneta del terziario privato, dopo quella bancaria con 140 sedi e millequattrocento addetti in tutto il territorio regionale a supporto di 52mila soci – sosterremo che i crediti verso lo Stato non sono più così certi e quindi di fare attenzione a dare soldi che restano indebitamente in cassa. Come? Con un fuoco di fila di iniziative -sottolineo tutte all’interno della legalità- che diano un messaggio chiaro. Non ci fidiamo più!”

Qualche numero
Senza le opportune modifiche l’insieme dei provvedimenti di impatto fiscale, tra i quali anche il decreto fiscale 148/2017 collegato alla legge di Bilancio 2018, rischiano di essere un salasso per le imprese artigiane venete, pari a: 106.791.000€ di nuovi costi (tra visti conformità, POS e Spesometro);
a cui aggiungere una spesa media di 2.800€ di IMU e 6.720€ per le fatture elettroniche (per ogni impresa)
oltre a 12.500.000€ letteralmente drenati alle imprese per ritenute sui bonifici per ristrutturazione e crediti IVA.

Due premesse

Fallita la collaborazione e la trasparenza
Nel rapporto sull’economia non osservata che contiene anche le politiche di indirizzo e le strategie volte al contenimento e recupero dell’evasione rileviamo che le parole SEMPLIFICAZIONE e COLLABORAZIONE compaiono rispettivamente 15 e 38 volte! le parole CAMBIO, CAMBIO VERSO, SCAMBIO DI INFORMAZIONI e simili compaiono 58 volte! E’ lecito chiedersi se esista corrispondenza tra propositi e fatti!

Va cambiato il Fisco
In nome della lotta all’evasione per decenni le imprese si sono accollate adempimenti fuori controllo e assurde pratiche burocratiche, senza conseguire significativi risultati.
Nel corso degli ultimi 5 periodi di imposta (2011-2015) infatti l’incidenza dell’evasione fiscale sul PIL è rimasta intorno al 12– 13%, e ciò porta alla constatazione che, seppure semplificando grossolanamente, l’87/88% dei contribuenti viene penalizzato dal restante 12 – 13% che oggi chiede allo Stato di essere TUTELATO, non PERSEGUITATO!

Alcuni esempi eclatanti
Visti di conformità sulle compensazioni: è una pratica che va demolita
L’abbassamento a 5.000 euro della soglia dei crediti oltre la quale è necessario far apporre il visto sulle dichiarazioni per poter utilizzare i propri crediti IRPEF, IRES, IRAP e IVA, ha fatto lievitare i costi burocratici per le imprese ed ha messo, di fatto, le ganasce al diritto dei contribuenti di poter sfruttare i propri crediti nei confronti dello Stato, diritto sancito dalla legge.

IMU: tassare un bene dedicato alla produzione è ingiusto, incostituzionale e incoerente. Vista la tendenza del Governo a voler incentivare gli investimenti in digitale e in beni strumentali (super ammortamento e industria 4.0), non si comprende perché non riconoscere il diritto alle imprese di dedurre questa imposta pagata sul capannone dove si svolge l’attività
Non è ammissibile che DETTO TRIBUTO non sia deducibile al 100% dal reddito d’impresa per pure esigenze di cassa dello Stato.

Comunicazioni dell’Agenzia Entrate sui debiti IVA periodica
Il diritto a ricorrere al ravvedimento operoso va preservato. A chi non è riuscito a versare l’IVA a debito del primo trimestre 2017, va riconosciuta la possibilità di versarla almeno fino al 30 aprile 2018, giorno entro cui dovrà presentare la dichiarazione IVA, pagando sì le sanzioni e gli interessi, ma in misura agevolata. Come, del resto, la legge già prevedeva e concedeva.

Spesometro:
l’obbligo dell’invio trimestrale ha comportato maggiori costi per le imprese e un aggravio della pressione burocratica.

Sanzioni su comunicazioni IVA e spesometro
Il 2017 verrà ricordato come l’anno della COMPLICAZIONE FISCALE dove imprese ed addetti ai lavori si sono dovuti confrontare con nuovi e ripetitivi adempimenti ed una lentezza ed inefficienza imbarazzanti dei sistemi informatici della Pubblica Amministrazione.
Si chiede: l’esclusione delle sanzioni per gli invii fatti nel 2017.

Obbligo di fatturazione elettronica
Non siamo contrari all’innovazione tecnologica ma questa deve andare di pari passo con una REALE semplificazione degli obblighi per le imprese. Non è concepibile assorbire questa ennesima imposizione senza prevedere un taglio degli altri adempimenti.
Un anno con fatturazione elettronica obbligatoria, ISA, visti di conformità, comunicazioni trimestrali IVA e spesometro, POS obbligatorio = dare il colpo di grazia alle imprese.
Si chiede: l’abolizione del visto di conformità, delle comunicazioni IVA e spesometro periodiche, degli accertamenti da ISA, dell’obbligo di POS nel caso diventi obbligatoria la fattura elettronica.

“L’azione di lobby di Confartigianato -conclude Boschetto- sarà pressante, a partire da questi giorni in cui, dopo le audizioni sulla manovra che costituiscono la prima fase della sessione di Bilancio, è iniziato il vaglio degli emendamenti per modificare il decreto legge fiscale 148/2017 collegato alla legge di Bilancio 2018. Per proseguire poi durante la discussione del decreto fiscale in Assemblea che inizierà mercoledì 15 novembre. Il fisco non può ridursi a esborsi non sostenibili e adempimenti impossibili che rischiano di generare ingiustizie e intasamento burocratico a dispetto dei proclami di semplificazione rimasti sulla carta. Una cosa inaccettabile che porta a dire: fisco? Burocrazia? Roba da matti! E sta facendo crescere la  voglia di scendere in Piazza”