Confcooperative sugli appalti in obitorio attacca Massimo Bitonci e il Comune: “Situazione ridicola, si rispetti il codice appalti”

 

“È ridicolo. Questa situazione ha dell’assurdo” È chiara la condanna di Roberto Baldo, presidente di Federsolidarietà Veneto, riguardo all’ennesimo episodio di gara d’appalto irregolare che questa volta pone al centro APS, ma anche Palazzo Moroni che ha dato il suo beneplacito, nonostante nel bando per la gestione dell’impianto di cremazione il costo del lavoro risulti essere inferiore rispetto a quanto previsto dal contratto nazionale. E come se non bastasse la procedura per l’assegnazione è fissato secondo il criterio del minor prezzo, quindi con l’obiettivo di far calare ancora di più un costo già fuori norma:
“Il Codice degli Appalti è chiaro: Nell’esecuzione di appalti pubblici e di concessioni, gli operatori economici rispettano gli obblighi in materia ambientale, sociale e del lavoro stabiliti dalla normativa europea e nazionale, dai contratti collettivi o dalle disposizioni internazionali (art. 30, comma 3).
Abbiamo un Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori che definisce chiaramente il costo orario minimo del lavoro, se scendiamo sotto quella soglia siamo in piena irregolarità, punto. E dovrebbe essere compito del Comune salvaguardare la trasparenza e la legalità per stimolare la sana competizione sul piano del vantaggio economico, ma che non è sinonimo di massimo ribasso.

In qualsiasi gara d’appalto è assurdo che accadano cose di questo tipo, ma se consideriamo che anche nel settore dei servizi alla persona si utilizza il criterio del massimo ribasso a discapito della qualità, allora tutto ciò è veramente deplorevole e pericoloso.

Com’è possibile che ancora oggi un servizio sociale debba essere oggetto di bandi e gare che ne mettano in pericolo lo sviluppo continuativo nel tempo e nella qualità della prestazione? Non verrebbe mai in mente di affidare i servizi sanitari ad un soggetto esterno che potrebbe cambiare fra 5 anni, allora perché per i servizi sociali deve essere così? Certo, abbiamo la clausola sociale che garantisce il riassorbimento dei lavoratori nella cooperativa che subentra nell’appalto successivo, ma una cooperativa come può lavorare con un minimo di lungimiranza e progettualità a medio e lungo termine se sa in partenza che potrebbe avere le ore contate?

Stiamo parlando dei servizi sociali, di quei servizi che garantiscono a tutti una qualità dignitosa della vita, stiamo parlando degli asili dove vanno i nostri figli e nipoti, stiamo parlando delle strutture che si occupano e tengono monitorate persone con disturbi psichiatrici o con gravi forme di dipendenza, stiamo parlando dei servizi che danno possibilità di inclusione alle persone con disabilità, stiamo parlando dell’assistenza che viene fatta ai nostri famigliari anziani e di cui anche noi un giorno avremo bisogno. Come è possibile non avere interesse a salvaguardare la qualità di questi servizi? Non ho la soluzione migliore a portata di mano, ma ci sono altre strade che sono già state battute con ottimi risultati, basti pensare agli enti accreditati e autorizzati. Non dico che per forza sia questa la risposta giusta, ma tra questa ipotesi e lo sfruttamento dei lavoratori nonché la bassa qualità dei servizi ci sono infinite vie di mezzo che vanno contemplate. Mi sembra necessario cominciare a ragionare insieme su questo argomento.
Per questo rinnovo e rinforzo la richiesta già avanzata dal CMPR di un incontro con l’Assessore Vera Sodero e con il sindaco Massimo Bitonci”