Pazienza. In attesa (speriamo) di ballare la Papu Dance, passeremo forse per patriarcali. Ma non possiamo non confessare come l’aspetto più eccitante degli ultimi quattro mesi, dalle parti del Biancoscudo, sia stata la campagna promozionale delle nuove maglie (quella rossa la più bella) firmata da Superfly Lab. Mai viste così tante modelle con addosso i colori della città, per quanto in situazioni che, di calcistico, hanno poco. Già, ma il resto?
Beh, nei 120 giorni trascorsi dalla promozione ottenuta a Lumezzane il 25 aprile, sono accadute tante cose. Ma tutte o quasi avvolte da una grande nebulosa, stante l’assoluto silenzio dai piani alti di viale Rocco, fatta esclusivamente eccezione per le parole, importanti fino a prova contraria, di patròn Oughourlian.
“Voglio riportare il Padova in serie A”, piazza della Frutta, 18 maggio. E “non ho intenzione di vendere nessuna delle mie società”, Lens, 3 luglio. Dichiarazione, quest’ultima, in risposta alle manifestazioni di interesse per rilevare il club avanzate da almeno due imprenditori (l’italo-americano Sebastiano Tevarotto con il fondo californiano Primera Capital e l’argentino Marcelo Figoli con il Fenix Entertainment Group), mai smentite ufficialmente dall’amministratrice delegata Bianchi nè dal presidente Peghin e sfociate entrambe in vere e proprie trattative, chissà se ancora aperte o meno.
In proposito, l’unico ad uscire direttamente allo scoperto è stato Tevarotto, padovano residente da tempo a San Francisco ed attivo nel settore dell’hi-tech, sostenendo che Oughourlian avrebbe rifiutato un’offerta complessiva di circa 11 milioni di euro (4,5 per il valore dato alla società e 6,5 per sanare I debiti) e rivelando di aver incontrato il sindaco Sergio Giordani e l’assessore Diego Bonavina per sondare l’eventuale possibilità di avere in concessione lo stadio Euganeo per riqualificarlo e costruirvi attorno un centro sportivo.
A nome di Figoli, rappresentato in città da un avvocato-procuratore molto noto negli uffici di viale Rocco (tra i suoi assistiti, ad esempio, c’è Fortin), ha parlato invece uno dei suoi uomini più fidati in Europa, cioè Pasquale Panettiere, originario di Cosenza, che ha sostanzialmente confermato il forte interesse per il Padova da parte del business man di Buenos Aires, i cui affari si concentrano soprattutto nell’organizzazione di eventi musicali (una sorta di Zed di più ampie dimensioni).
Insomma, sul portone della sede all’Euganeo non è affisso alcun cartello con scritto “Vendesi”, ma la sensazione, alla fine condivisa anche dai più filo-societari, è quella che, se qualcuno offrisse “il prezzo giusto”, Oughourlian sarebbe ben disposto a cedere le sue quote di maggioranza, pari quasi al 70%.
Ma non è finita qui. Più o meno sullo sfondo, infatti, resta sempre Alessandro Banzato, plenipotenziario di Acciaierie Venete, uomo forte del Petrarca Rugby. Avrebbe dovuto sponsorizzare la maglia, prima nella parte anteriore e poi in quella posteriore, ma dopo, misteriosamente, non se n’è fatto nulla. E adesso c’è chi sostiene che, alla fine, potrebbe essere proprio lui a presentare ad Oughourlian l’offerta “giusta”. Bene, ma la squadra?
A Lumezzane, quattro mesi fa, l’undici di partenza era questo:
Fortin; Belli, Delli Carri, Perrotta; Capelli, Fusi, Crisetig, Varas, Villa; Bonaiuto, Bortolussi.
Quello di domani ad Empoli potrebbe invece essere questo:
Fortin; Belli, Pastina (Sgarbi), Perrotta; Ghiglione, Fusi (Di Maggio), Baselli (Crisetig), Varas, Barreca; Bonaiuto (Seghetti), Bortolussi (Lasagna).
Qualcuno, forse con una certa ragione, ritiene che il mercato quasi a costo zero fatto sin qui dal direttore sportivo Mirabelli sia una diretta conseguenza di una società che non vuole spendere troppo perché, più o meno a breve, potrebbe passare di mano. E in effetti, tra i nuovi arrivi, si contano 5 svincolati (Papu, Barreca, Baselli, Pastina e Sgarbi), 7 prestiti gratuiti (Ghiglione, Di Maggio, Harder, Silva, Villa, Mouquet e Sorrentino), il rientro proprio dall’Empoli del giovane e promettente Bacci (speriamo che rimanga in rosa), un “regalo” del Verona (Lasagna) e un solo vero acquisto (Seghetti per 300 mila euro). Poi, certo, ci sono gli ingaggi, alcuni dei quali piuttosto onerosi. Okay, ma quanto è stato incassato?
Più o meno a malincuore, 7 sono stati fatti partire a zero (Kirwan, Granata, Villa, Bianchi, Cretella, Liguori e Spagnoli). Ma sono entrati 3,1 milioni da Fortin (1,5), Delli Carri (700 mila), Leoni (700 mila) e Ghirardello (200 mila). Tanto che, ad oggi, c’è un saldo positivo di 2,8 milioni. D’accordo, ma siamo forti o no?
Per diverse ragioni (lunga inattività e gravi infortuni), i punti interrogativi non mancano. Ma se fossero almeno al 70% delle loro potenzialità, tanti, per esperienza e qualità, sarebbero in grado di trainare il Padova verso l’obiettivo stagionale, ovvero il mantenimento della categoria: dal Papu a Baselli, passando per Barreca e Ghiglione, fino a Lasagna e Di Maggio, senza poi dimenticare, tra i “vecchi”, Belli, Perrotta, Crisetig, Bonaiuto e, perché no, Fortin. Ma per eccitarsi sul serio, sembra ancora mancare qualcosa. E i tifosi?
Gli abbonamenti sottoscritti finora sono circa 2.500. Pochi? Forse. Però a breve, con la riapertura della Fattori, torneranno gli ultras. E quindi, sommando pure quelli che acquisteranno il biglietto di partita in partita, gli spettatori saranno sempre attorno ai 6.000-6.500. Piaccia o meno, la realtà è questa. E la speranza è che, alle prime difficoltà, non comincino i mugugni, come successo con il Vicenza in Coppa Italia. Anche se l’esito dell’incontro, va detto, ha fatto suonare un bel campanello d’allarme.
L’obiettivo, ribadiamo, è il mantenimento della categoria, che peraltro molti giocatori e pure mister Andreoletti non hanno mai assaggiato.
L’appetito, come si dice, vien mangiando. Nel frattempo, facciamoci bastare le modelle con le nuove maglie.
Forza Padova
Davide D’Attino