Disobbedienti occupano sede dei servizi sociali

 

Dagli attivisti di Razzismo Stop riceviamo e pubblichiamo: Dopo lo sgombero avvenuto ieri di un centro di accoglienza autogestito in località Pontevigodarzere in cui vivevano lavoratori migranti di varie nazionalità, questa mattina gli ex-abitanti della palazzina sostenuti dagli attivisti di Razzismo Stop hanno occupato per più di un’ora l’Assessorato ai servizi sociali.
Durante l’iniziativa si è svolta una conferenza stampa nella quale sono state sottolineate le modalità vergognose con cui è stato effettuato lo sgombero (intervento all’alba con decine di agenti in tenuta antisommossa, carabinieri e polizia municipale). Solo qualche giorno fa, in un incontro, l’Amministrazione comunale aveva assicurato che non ci sarebbe stato un intervento di polizia e uno sgombero con la forza pubblica.
Nell’incontro con i giornalisti si è anche voluto fare chiarezza rispetto alle dichiarazioni dell’Ammnistrazione comunale apparse oggi sulla stampa locale che giustificavano l’intervento per una presunta pericolosità dello stabile. “Vogliamo soluzioni certe, non provvisorie e in forma scritta: Delle promesse dell’Assessore Sinigaglia e Ruffini non ci fidiamo”, dicono dall’iniziativa.

La casa del Dazio di Pontevigodarzere, per cinque anni diventata una sorta di ”rifugio” per stranieri gestito dall’associazione Razzismo stop, è stata sgomberata e murata ieri mattina dai tecnici del comune. Poco dopo le 6 gli assistenti sociali e gli operai comunali hanno bussato alla porta della palazzina di due piani dove vivevano in condizioni precarie una decina di stranieri, cinque africani, una coppia di rumeni ed una donna senegalese con il suo bambino.
Le poche cose delle quattro famiglie sono state caricate sui camion e trasferite nei nuovi alloggi, certamente più salubri della casa semi diroccata, con i soffitti scrostati dall’umidità e con gli impianti di acqua ed elettricità antidiluviani. L’operazione è stata seguita a distanza da una dozzina di attivisti del centro sociale Pedro, che avevano occupato la palazzina cinque anni fa per farne un centro di prima accoglienza per i lavoratori migranti. Lavoratori che saranno ospitati in appartamenti del comune in attesa che venga per loro trovata una sistemazione definitiva sul libero mercato degli affitti.