Dolce vita all’hospice pediatrico di Padova con Alajmo e Biasetto

 

Un gesto semplice, quotidiano, carico di significato e di amore: offrire un dolce a un bambino e vedere il suo viso aprirsi in un sorriso sorpreso e gioioso. Tanto più se quel bambino è sofferente e più di ogni altra cosa ha bisogno di sentire il calore di gesti normali e quotidiani, che garantiscano il suo benessere anche in condizioni difficili e compromesse. Ecco come nasce l’iniziativa Dolce Vita: quattro grandi nomi della Pasticceria italiana impegnati a creare dei dolci davvero speciali, destinati ai piccoli pazienti in cura al Centro Regionale di terapia del dolore e cure palliative pediatriche di Padova.

Sono il padovano Massimiliano Alajmo, pluristellato cavaliere della cucina italiana, Gianluca Fusto, maestro cioccolatiere di Milano, il campione del mondo di pasticceria Luigi Biasetto di Padova, e Corrado Assenza, maestro gelatiere di Noto.
Il ghiacciolino al cioccolato (Alajmo), i gelatini alla panna ricoperti di nocciole (Biasetto), il sorbetto di mandorla profumato al limone (Assenza) e il cremino di gianduia (Fusto): ingredienti di altissima qualità per prodotti deliziosi da gustare, semplici da mangiare, facili da assimilare e soprattutto buonissimi. Sono questi i dolcetti che i quattro Maestri consegneranno oggi all’Hospice Pediatrico di Padova, garantendo una fornitura gratuita al Reparto per tutti i bambini che lo frequentano.

“I bisogni del paziente pediatrico sono quelli di tutti i bambini: per mantenere il loro benessere è fondamentale la cura anche dei gesti quotidiani più semplici, come il gesto consolatorio di offrire una cosa dolce da succhiare” – spiega la dottoressa Franca Benini, direttrice del centro, prima e per ora unica realtà del genere in Italia – per spiegare il senso dell’iniziativa.

“Spesso quando si parla di Hospice l’associazione immediata è quella con il dolore, la sofferenza e la morte, mentre nella nostra esperienza di cure palliative, nell’unica realtà di hospice italiano rivolto esclusivamente all’età pediatrica, proponiamo un’ottica incentrata sul mantenimento della qualità di vita. Le cure che rivolgiamo ai nostri bambini con malattie inguaribili e alle loro famiglie sono da intendersi come una presa in carico globale della qualità della vita con attenzione rivolta agli aspetti medico-sanitari, psicologici e sociali-ambientali.
In quest’ottica organizzare un progetto con maestri d’alta cucina significa creare contesti e situazioni per garantire il Benessere e l’Alta Qualità di vita che i nostri bambini possono e devono continuare a mantenere nonostante la loro malattia inguaribile
Da un punto di vista psicologico creare un momento d’incontro in cui degustare le prelibatezze di importanti maestri d’alta cucina italiana significa trasmettere il messaggio alle famiglie che la malattia non è un tabù, e che è possibile creare le basi per rompere il guscio di solitudine e di silenzi che a volte si forma intorno alle famiglie toccate da tali gravi malattie.

Tutti questi aspetti sono caricati anche dal significato che il cibo assume dal punto di vista della cura: attraverso il cibo passano messaggi importanti di vicinanza, intimità, piacere e accudimento.
Questo progetto non si limita alla giornata del 13 novembre, ma quotidianamente nella nostra pratica il donare un lecca lecca o un gelato può essere il primo passo per instaurare una relazione di affetto e di fiducia tra il bambino e la sua famiglia e l’equipe psicologica, medico-infermieristica”.