Domani vorrei che tanti giornalisti di Padova venissero al memorial di Libenskind

 

Le pallottole nella redazione di Charlie Hebdo le ha sentite fischiare a un soffio dalla testa chiunque creda che per fare bene il giornalista sia innanzitutto importante non avere paura, ed essere anzi spesso irriverenti. Io ho provato ad essere irriverente, quasi mai ho avuto paura. Una volta le ho anche prese, per non abbandonare una conferenza stampa da cui mi si voleva cacciare perchè non ero gradito. E quando ne ho avuta ho pensato che ci sono giornalisti che, per esercitare bene il loro mestiere, hanno rischiato del loro la pelle, e ci sono quelli come Walter Tobagi, che l’hanno persa. Ed allora occorre per una volta metterci la faccia. Invito gli amici giornalisti di Padova a venire con me domani a mezzogiorno a portare un mazzo di fiori al monumento di Libenskind. Quella trave sospesa e quel libro di cristallo e luce ricordano tutte le vittime del terrorismo. Spero che i colleghi che domani si troveranno a passare di lì, dove sempre andiamo l’11 settembre per fare la cronaca delle commemorazioni delle vittime del World trade center, vengano a stare un minuto in silenzio. Spero che quelli che non potranno esserci, ricorderanno a loro modo quei giornalisti vittime della libertà e dell’irriverenza: due qualità pericolosissime in cui i prepotenti i giornalisti li vorrebbero tutti orizzontali: o sdraiati per paura o morti.

 

Alberto Gottardo ,