Radar festival via da Padova? La risposta dell’assessore Maurizio Saia

 

Rilanciamo da facebook questa nota dell’amministrazione comunale di Padova in cui l’assessore Saia controbatte all’organizzazione del Radar festival:
“Esistono delle leggi che tutelano il diritto dei cittadini alla quiete e il diritto alla sicurezza dei partecipanti ad eventi pubblici che devono essere rispettate e che bar, locali pubblici, organizzatori di manifestazioni rispettano quotidianamente, pena multe e sanzioni. L’Amministrazione non intende ridurre gli spazi dedicati alla cultura e non ha alcun pregiudizio del Radar Festival e dell’Associazione di promozione sociale Movement che, per la realizzazione della kermesse in oggetto, ha beneficiato dalla precedente Giunta di un contributo di ben 15.000 euro. A seguito di due verifiche eseguite il 23 e il 24 luglio non sono state disposte dagli organizzatori le necessarie autorizzazioni per poter svolgere il festival in un luogo pubblico, in particolare quelle di agibilità e di pubblico spettacolo, contravvenendo alla normativa prevista dal Tulps. Non solo: nel corso di due sopralluoghi effettuati dalla commissione provinciale di vigilanza alla presenza dell’organizzatore, non è stata rilasciata alcuna autorizzazione che consentisse lo svolgimento dell’evento a fronte delle gravi carenze rilevate. Evento che per evitare ulteriori problemi di ordine pubblico si è comunque svolto regolarmente, benché, da quanto si evince dal verbale redatto dalla Commissione, i tecnici avessero espresso parere contrario. A tutto questo si aggiungono le decine di segnalazioni telefoniche pervenute fin dal primo giorno alla centrale operativa della Polizia Locale per il disturbo causato dalla musica. Gli stessi agenti, che si sono recati sul posto per verificare quanto segnalato dai residenti in particolare delle vie Citolo da Perugia e Beldomandi, hanno potuto constatare la vicinanza della casse acustiche poste a 50 metri di distanza dalle abitazioni – dichiara l’Assessore alla Polizia Locale Maurizio Saia – Quello che colpisce è l’assoluta mancanza di rispetto delle regole di base nei confronti degli operatori, degli ospiti, dell’utenza che paga il biglietto pensando di ascoltare musica in sicurezza – osserva l’assessore Saia – A differenza di quanto dichiarano gli organizzatori non c’è nessun pregiudizio nei loro confronti, così come non è cambiato l’atteggiamento dei tecnici del Comune che non hanno potuto fare altro che rilevare le gravi inottemperanze. Ritengo vergognoso – prosegue Saia – il tentativo di buttarla in politica, deridendo addirittura l’applicazione della normativa prevista dal Tulps che, a detta degli organizzatori, sarebbe espressione del regime fascista. Insegno, a chi ha lacune in materia, che il Tulps, emanato nel 1931, è stato rifatto nel 1989 ed è una legge in vigore nello Stato italiano. Spiace invece scoprire la mancanza di professionalità da parte dell’organizzazione nell’allestire un festival come questo. Ben venga la cultura a Padova, ben vengano gli spazi per i giovani se sono gestiti nel rispetto delle norme. Non faccio nomi, ma proprio in questi giorni numerosi controlli sono stati effettuati presso chioschi e luoghi di aggregazione e promozione culturale che, nella quasi totalità dei casi, non hanno accertato alcuna violazione”.