Errori negli appalti del sistema ferroviario regionale: la Regione paga 1200 euro al giorno di “multa” a Net engineering

 

A meno di un mese dalla conclusione di un terzo lodo arbitrale costato alle casse venete quasi 31 milioni di euro, NET Engineering si appresta a notificare un nuovo arbitrato, il quarto, per ottenere dalla Regione il pagamento di 6 milioni di euro; cifra inerente ad attività di ingegneria commissionata, eseguita e certificata dalla Regione stessa nell’ambito della convenzione SFMR. Il mancato pagamento di questa cifra genera interessi moratori a carico della Regione pari a 1.200 € al giorno (36.000 € ogni mese, corrispondenti a 438.000 € l’anno).

NET si augura che questo nuovo contenzioso contribuisca ad accelerare l’apertura di quell’indagine conoscitiva sulla vicenda SFMR chiesta da alcuni consiglieri regionali nella seduta del 17 dicembre scorso e fatta propria dagli Assessori presenti in aula.

Come già notificato per iscritto all’Ufficio di Presidenza, ai componenti della Seconda Commissione e ai capigruppo, NET Engineering è a completa disposizione del Consiglio Regionale “per fornire informazioni e documentazione che consentano di chiarire aspetti oscuri, smentire leggende metropolitane che regolarmente si rincorrono su questo incarico, e far definitivamente comprendere il valore del progetto, i danni provocati alla Regione e ai cittadini veneti dal suo sistematico boicottaggio, il tempo irrimediabilmente perduto, ma anche la certezza che molto si può e si deve fare”. L’indagine conoscitiva permetterebbe inoltre di colmare alcuni imbarazzanti “dettagli” omessi dal Vice Governatore Marino Zorzato nella sua conferenza stampa di fine anno, come, ad esempio, la notizia che quelle stesse ore da Palazzo Balbi stava partendo un bonifico di 30 milioni 924 mila euro.

E magari chiedere al Vice Governatore di spiegare la coerenza e la compatibilità logica e procedurale tra la volontà di interrompere e di annullare il contratto con NET e la contemporanea decisione condanna subìta dalla Regione nel secondo lodo, che così finisce in giudicato.