Federcontribuenti: “Chi delocalizza non è un traditore, è lo Stato che invoglia”

 
Marco Paccagnella, presidente Federcontribuenti

“Le imprese vengono malmenate, torturate e trattate alla stregua di banditi dall’ordinamento fiscale, per essere infine prese in giro da una burocrazia assurda che invece di collaborare mette soltanto i bastoni tra le ruote o alimenta con soldi pubblici gente che non vuole cercare un lavoro e lo stato li premia con il reddito di cittadinanza. Allora è giusto l’interrogativo degli imprenditori: se li mantiene lo stato, perchè io non posso produrre all’estero dove il fisco non mi massacra ?”. E’ quanto afferma, in una nota, il presidente di Federcontribuenti Marco Paccagnella commentando i malumori di molti imprenditori, in particolare del nord-est contro il reddito di cittadinanza e la politica del governo che non facilita le pmi con sgravi fiscali e incentivi all’ occupazione e all’innovazione. “Gli imprenditori italiani che decidono di andare all’estero – sottolinea Paccagnella – non sono da considerare dei traditori, in quanto è l’unico modo che hanno per poter sopravvivere e continuare a lavorare e dare lavoro. Qui il solo unico traditore è lo Stato nei confronti dei cittadini e dei contribuenti”. La burocrazia, fa presente ancora il Presidente di Federcontribuenti, “è eccessiva e le tasse sono troppo alte. Se io come come imprenditore avevo rimorsi di coscienza a portare il lavoro dove costa meno e dove ci sono governi piu’ sensibili nei riguardi di chi fa impresa e crea occupazione, ora di rimorsi non ne ho più. E’ la risposta di molte imprese – conclude – ad un provvedimento come il reddito di cittadinanza che portera’ ancor di piu’ a mantenere gente che il lavoro non lo troverà mai”.