Flavio Zanonato commenta la “perdita” di Calearo che lascia il Pd

 

Poco più di un anno fa si sono svolte le primarie negli Stati Uniti; lo scontro tra Hillary e Barack è stato davvero duro e, Stato dopo Stato, per 50 volte la sfida ha visto toni asprissimi e i due concorrenti si sono massacrati (metaforicamente). Si conosce l’esito di queste primarie: nell’estate del 2008 Obama, dopo aver vinto il confronto interno, è diventato il candidato dei democratici americani e il 4 novembre ha vinto le elezioni sconfiggendo il repubblicano John McCain. Naturalmente la Hillary, prima antagonista agguerrita, ha fatto la sua parte per far vincere il candidato democratico. Nessuno si è stupito di questo, anzi, avrebbe fatto scandalo il contrario ovvero una Clinton che, non accettando il risultato delle primarie, avesse osteggiato Obama. In Italia tutto va diversamente. Dopo le primarie del Partito Democratico una parte di chi ha perso (Calearo, Rutelli, qualche altro) decide di non accettare l’esito del confronto, al quale aveva partecipato, ed esce dal partito. Segno evidente che al confronto aveva partecipato con un retro pensiero: “resterò solo in caso di vittoria”. Sarò un “moralista” ma ritengo scorretto questo comportamento che mi pare emblematico del generale degrado morale che ha colpito tanta parte della politica italiana. C’è, però, un fatto che mi colpisce più della scorrettezza, più del mancato riconoscimento dell’esito di un confronto democratico: sono le motivazioni, le argomentazioni addotte per questo comportamento. La vittoria di Bersani –dicono- porterebbe il PD verso una riedizione del PDS, si tratterebbe di una scelta “vecchia”, priva delle novità necessarie, di una scelta che appiattisce a sinistra il PD, bisogna muoversi verso il centro. Mi sarebbe piaciuto sapere che pensano Rutelli e Calearo del sistema fiscale, della crisi e di come uscirne, di come rinnovare lo stato sociale, di come affrontare i temi della sicurezza, del lavoro, dell’occupazione, dei giovani e dell’assenza di prospettive che li attende, ma su questo ho sentito poco o niente. Ho sentito tanto politichese, tante frasi vuote che nascondono un vuoto di idee e niente più. Forse è questa assenza di idee la cosa che mi ha colpito di più e che mi fa pensare che la perdita è davvero piccola…

Flavio Zanonato