Gian Antonio Stella col suo nuovo libro “Vandali” alle librerie Lovat

 

Un Italia da amare e detestare insieme, quella che custodisce molta parte del “patrimonio dell’umanità” dell’Unesco ma che non solo non sa promuoverlo, ma nemmeno custodirlo, proteggerlo, conoscerlo….E’ l’italia dei “Vandali” raccontati nel  libro-denuncia di Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella. Un abbandono culturale, spiegano i due inviati del «Corriere della Sera», che penalizza pesantemente il turismo, altra risorsa che dovrebbe essere strategica per il nostro Paese.
Il libro e le numerose indagini che vi si intrecciano saranno raccontate da

Gian Antonio Stella
Giovedì 28 aprile

alle ore 18,30 alla Libreria Lovat di Padova

alle ore 20,30 alla Libreria Lovat di Villorba (TV)

Stella illustrerà l’inchiesta svolta sulle bellezze del paesaggio italiano, sulle poche ancora intatte e sulle molte ormai devastate dalla poca memoria, dal degrado, dall’incuria, dalla stupidità e dalla speculazione. Svilimento dell’immenso patrimonio nazionale documentato in pagine ricche di scandali e realtà che sembrano nate dalla più contorta fantasia narrativa, ma che sono invece il nostro quotidiano italiano. 
“Non abbiamo il petrolio, noi. Non abbiamo il gas, non abbiamo l’oro, non abbiamo i diamanti, non abbiamo le terre rare, non abbiamo le sconfinate distese di campi di grano del Canada o i pascoli della pampa argentina. Abbiamo una sola, grande, persino immeritata ricchezza: la bellezza dei nostri paesaggi, la bellezza dei nostri siti archeologici, la bellezza dei nostri borghi medievali, la bellezza delle nostre residenze patrizie, la bellezza dei nostri musei, la bellezza delle nostre città d’arte”. Così iniziano a presentare il loro libro Rizzo e Stella sul Corsera del 12 febbraio, ricordando anche come ce ne vantiamo…
Eppure la situazione è a dir poco drammatica: “E’ verissimo che abbiamo la fortuna di avere ereditato dai nostri nonni più siti Unesco di tutti. Ne abbiamo 45 contro 42 della Spagna, 40 della Cina, 35 della Francia, 33 della Germania, 28 del Regno Unito, 21 degli Stati Uniti. Ma questa è un’aggravante, che inchioda i nostri governanti, del passato e del presente, alle loro responsabilità. Al loro fallimento. Spiega infatti un dossier del dicembre 2010 di Pwc (Pricewaterhouse Coopers, la più grossa società di analisi del mondo per volume d’affari) che lo sfruttamento turistico dei nostri siti Unesco è nettamente inferiore a quello degli altri. Fatta 100 l’Italia, la Cina sta a 270, la Francia a 190, la Germania a 184, il Regno Unito a 180, il Brasile e la Spagna a 130. Umiliante. E suicida. Non abbiamo molte altre carte da giocare. Ce lo dicono i dati del Fondo monetario internazionale e il confronto con le nuove grandi potenze. Dal 1994 a oggi, in quella che per noi è stata la Seconda Repubblica, mentre il nostro Pil cresceva di 1,9 volte in valuta corrente, inflazione compresa, quello brasiliano si moltiplicava per 3,6 volte, quello indiano per 4,9 volte, quello cinese addirittura di 11,5 volte (…).
Alla fine di gennaio del 2011 Giampaolo Visetti scriveva sulla Repubblica che «sarà il turista cinese ad alimentare la crescita dei viaggi a lungo raggio ed entro il 2015 diventerà il padrone assoluto dei pacchetti organizzati e dello shopping di lusso in Europa. Il rapporto annuale dell’Accademia cinese del turismo prevede che nell’anno in corso trascorreranno le ferie all’estero 57 milioni di cinesi (…) e il Piano turistico nazionale calcola che entro il 2015 si recheranno all’estero tra i 100 e i 130 milioni di persone, arrivando a spendere oltre 110 miliardi di euro» (…).
Peccato che non ci capiscano. L’Italia, agli occhi di Pechino, rappresenta un incomprensibile caso a sé. Dieci anni fa era la meta preferita dei pionieri dei viaggi in Europa. I cinesi amano il mito dello «stile di vita», il clima mediterraneo, la passata potenza imperiale e culturale, la moda e il lusso, la natura, la varietà gastronomica che esalta la qualità dei vini. «Eravate il punto di partenza ideale» dice Zhu Shanzhong, vicecapo dell’Ufficio nazionale del turismo cinese «per un tour europeo. Poi ci avete un pochino trascurati». Al punto che «la promozione turistica dell’Italia in Cina è inferiore a quella dei Paesi Bassi». Una follia.
Di pagine penose e a dir poco imbarazzanti “Vandali” ne contiene parecchie: vicende più o meno note che ci costringono a riflettere, come ricordano Stella e Rizzi su come “Pochi mesi prima di morire, rispondendo a un lettore che gli chiedeva aiuto per salvare la riviera ligure, Indro Montanelli maledì sul Corriere questo nostro Paese che tanto aveva amato. E scrisse che le ruspe sono sempre in agguato per «dare sfogo all’unica vera vocazione di questo nostro popolo di cialtroni che non vedono di là dal proprio naso: l’autodistruzione» (…)”.

In occasione dell’apertura straordinaria della Libreria Lovat di Villorba per accogliere Gian Antonio Stella, Lovat Vini & Vinili, l’enoteca-caffetteria all’interno della libreria proporrà un inedito “happy hour” con stuzzichini e degustazioni a partire dalle ore 19,00 fino all’arrivo dell’attesissimo giornalista

La Libreria Lovat del Parco Commerciale Padova Est (accanto a Ikea)
è aperta  CON ORARIO CONTINUATO dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 20;
il sabato dalle 9.30 alle 20.30; la domenica dalle 15.00 alle 20.00
Tel. 049.774476
La Libreria Lovat di Villorba è aperta con ORARIO CONTINUATOdal martedì al sabato dalle 9 alle 20
domenica (da settembre a maggio) e lunedì dalle 15 alle 20.
Il Lovat Cafè – Lovat Vini e Vinili al primo piano è aperto negli stessi orari – chiuso il lunedì
Tel. 0422.92697 – 0422.920039

www.librerielovat.com